venerdì 26 dicembre 2008

Per una vita di libertà!

Per una vita di libertà!

In questo ultimo periodo i mezzi d’informazione ci stanno riempiendo la testa di ideologie sulla crisi finanziaria e produttiva e sulle tragiche conseguenze che essa porterà per milioni di persone in tutto il mondo. Si parla di milioni di posti di lavoro che andranno persi e di condizioni di vita che peggioreranno per un gran numero di persone.
Gl’istituti di statistica scoprono che vi sono, anche nei paesi più sviluppati, grandi percentuali di popolazione che soffrono la fame o che fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Come se la disoccupazione, la miseria, la fame, le guerre fossero solo un problema contingente e non strutturale al sistema capitalistico.
Secondo il “Rapporto Unicef 2008” oggi nel mondo muoiono dieci milioni di bambini sotto i cinque anni.
Questi bambini non riescono a diventare giovani!
Eppure basterebbero modeste somme di denaro per salvare queste vite!
Nel 2007 la spesa militare è stata di 1.204 miliardi di dollari, ma non si trova qualche miliardo di dollari per salvare la vita di questi bimbi.
Il progetto di ridurre le morti a 9000 al giorno è stato presentato come un obiettivo molto ambizioso.
Secondo il Tribunale permanente contro i crimini dell’umanità, istituito da un Trattato internazionale, ratificato da 106 stati, tra gli stati mancanti vi sono la Cina e gli USA, sarebbero 300.000 i bambini presenti in formazioni militari, dopo che solo recentemente sono state accertate le dimensioni del massacro effettuato durante la guerra Iran-Iraq di 30 anni fa, quando masse di ragazzini furono utilizzati per sminare le strade.
La verità è che l’attuale sistema sociale in qualsiasi fase è fame, miseria, guerre, morti per milioni di persone.
Negli ultimi anni vi sono stati profitti record per le imprese, eppure milioni di persone non hanno visto migliorare la loro vita; milioni di lavoratori e lavoratrici hanno visto ridursi lo stipendio, perdere diritti, peggiorare condizioni di lavoro e di vita.
Che piova o ci sia il sole per chi vive offrendo al mercato capitalistico braccia o cervello la realtà è sempre dura da vivere!
Per salvare le banche hanno investito e continuano ad investire miliardi di euro e dollari.
Per salvare la vita a milioni di persone, che vivono di lavoro, mettono in campo solo briciole, tanto per apparire caritatevoli!
La campagna sulla crisi è finalizzata a fa perdere altri diritti ed a far accettare condizioni di lavoro e di vita peggiorative, perché il “Re Profitto” possa prosperare, al di là dei cambiamenti che possano esserci all’interno del sistema e nei rapporti tra le imprese nel prossimo futuro.
La verità è che il capitalismo è alla fine del suo percorso progressivo per l’umanità e che è solo sfruttamento, miseria, fame, guerre, morti.
Il capitalismo è schiavitù materiale e morale.
Scegliere la libertà vuol dire essere per il superamento delle attuali condizioni socio-economiche, per una società che si basi sul concetto: da “ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo le sue necessità”, in cui ogni essere umano possa mangiare, bere, vestirsi, avere una casa, usufruire dei beni prodotti, conoscere e nella conoscenza elevare il suo intelletto e se stesso a livelli eccezionali.
Non esiste libertà senza la libertà materiale e spirituale, intimamente legate tra di loro.
Non esiste civiltà senza persone libere materialmente e spiritualmente, le sole in grado di concepirla e realizzarla.
L’attuale sistema non è né libero né civile, poiché vive sulla disuguaglianza sociale e contempla nel suo agire miseria, fame, guerre, morti per milioni di persone.
Scegliere la libertà vuol dire scegliere di vivere ed adoperarsi per una nuova dimensione sociale ove al centro di ogni attività ci sia il benessere di ciascun essere umano e dell’umanità intera.