martedì 6 settembre 2011

Solo il comunismo...

Solo il comunismo può donare una vita vera!
Gli ultimi dieci anni hanno visto da parte dei governi e dalle aziende un attacco feroce ai diritti, alle condizioni di lavoro ed ai salari dei lavoratori.
La disoccupazione è aumentata, la precarietà è divenuta stabile e costante, le pensioni, finanziate con i contributi di chi lavora, hanno visto una riduzione in percentuale, insieme all’aumento dell’età pensionabile.
Le imprese, nonostante le continue lamentele hanno continuato a sfornare profitti, comprese le banche, artefici della situazione critica del 2008 e finanziate con i soldi degli Stati e quindi nostri.
La crescita mondiale si aggira intorno al 4.2 %.
Dal 2001 al 2011, secondo l’Istat l’inflazione è aumentata del 20%, i salari solo del 13 %.
I lavoratori hanno perso ben il 7 % di potere d’acquisto! Questo nonostante alcuni abbiano promesso il paradiso in terra.
In Italia, sempre secondo l’Istat il 10% delle famiglie possiede il 50% della ricchezza nazionale, mentre 2.9 milioni di persone vivono in condizione di povertà assoluta e circa 8 milioni di povertà relativa.
Il 90.8 % del reddito complessivamente dichiarato proviene dal mondo del lavoro dipendente, il 5% dai redditi d’impresa ed il 4.2 % dal lavoro autonomo.
In questo scenario triste, a volte tragico per i lavoratori, tra luglio ed agosto il governo Berlusconi-Bossi- Scilipoti ha presentato tre manovre finanziarie, operative tra quest’anno ed il 2014, per un valore di circa 130 milardi di €.
Sono misure che colpiscono essenzialmente il lavoro dipendente pubblico e privato e che attaccano, nell’art. 8 del decreto del 13.08.2011, lo statuto dei lavoratori e l’articolo 18, inserendo la possibilità di licenziare, senza giusta causa o giustificato motivo, con accordi aziendali o territoriali in deroga.
In campo sanitario si realizza l’introduzione del ticket
di 10 euro per le visite specialistiche, in aggiunta al costo in atto, e 25 € per visite al pronto soccorso ritenute di codice bianco.
In campo previdenziale
si programma di portare in modo scaglionato il pensionamento delle donne del settore privato a 65 anni;
si vuole anticipare gli scaloni di pensionamento in atto, ponendosi come obiettivo il pensionamento a 70 anni per gli uomini;
ricordiamo che i parlamentari possono andare in pensione a 50 anni e, pur con una singola legislatura, avere diritto ad una pensione minima di oltre 3000 € nette. Chi ha più legislature può arrivare ad una quota pensionistica di oltre 8000 € nette;
si riduce la rivalutazione delle pensioni in rapporto all’aumento dell’inflazione;
si riduce la platea e la quota delle pensioni di reversibilità,
s’incide fortemente sulle pensioni d’invalidità e sull’indennità di accompagnamento.
In campo assistenziale e fiscale
si prevede una riduzione delle detrazioni fiscali per il reddito sia da lavoro dipendente sia da pensione;
si vuole incidere pesantemente sulle agevolazioni legate al TFR, agli assegni familiari;
s’intende tagliare gli sgravi fiscali sulla prima casa, sulle spese mediche, sulle ristrutturazioni, sulle tasse universitarie ed altri.
Quest’azione ridurrebbe in modo significativo gli stipendi ed il governo metterebbe mani e piedi nelle tasche degl’italiani!
Festività:
la prima stesura prevedeva l’abolizione delle festività laiche, in commissione queste sono state ripristinate, ma verrebbe abolita la festa patronale.

Nel pubblico, oltre al blocco dei contratti di lavoro e delle retribuzioni fino al 2014, alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, s’intende dare la liquidazione al lavoratore dopo 24 mesi dal pensionamento , pur essendo soldi suoi;
s’inaspriscono le regole sulla mobilità, sui trasferimenti, sull’aspettativa.
Si attaccano i servizi pubblici con la volontà di privatizzarli, non dando conto al referendum di giugno, con la volontà di fare profitti e non venire incontro alle esigenze dei cittadini.
L’attacco all’articolo 18 e la volontà di dare all’impresa libertà assoluta, al di là dell’etica, dei diritti e delle leggi mostra la volontà del governo al servizio delle aziende, delle banche, dei ricconi e degli evasori di voler trattare i lavoratori dipendenti come bestie da soma, che quando non servono, possono essere alienate e quindi licenziate.
In Italia l’evasione e l’elusione fiscale supera i 350 milioni di €. La medesima cifra raggiunge il lavoro nero.
Basterebbe che tutti pagassero le base in base al reddito ed il problema del debito pubblico sarebbe risolto, avendo anche parecchi milioni di € per investire e creare opportunità di lavoro.
Invece il governo dei ricconi, delle aziende, delle banche e degli evasori non toglie un euro a queste categorie.
Porta via soldi a chi ha poco e continua a dare a chi ha molto ed usufruisce, nel caso degli evasori, dei servizi dello Stato senza contribuire alle sue spese.
E’ ora che la classe lavoratrice prenda coscienza che in questo sistema conta solo il profitto e che gli esseri umani sono solo pedine per giungere a quella meta!
Bisogna lottare duramente contro l’assedio feroce del governo e dei suoi rappresentati, ma se vogliamo avere una vita e goderla in tutto il suo splendore è necessario costruire una società comunista.