domenica 9 ottobre 2011

La democrazia borghese:una trappola per gli sfruttati.

La democrazia borghese: una trappola per gli sfruttati. Gli apologeti della democrazia borghese tendono a rappresentare questo sistema economico sociale come il migliore e come l’ultima frontiera dell’umanità. Uno dei valori più importanti, secondo loro, è che tutti con il voto contribuiscono alla scelta dei governanti. La libertà e l’uguaglianza si realizzano dentro le urne! Una testa, un voto! Eppure la possibilità d’incidere sulle elezioni varia a seconda del potere economico, finanziario, informativo. Un cittadino qualsiasi non ha la stessa possibilità di coagulare voti come un grande gruppo economico e finanziario, presente nella rete dell’informazione e della formazione del pensiero. Una testa, un voto è un inganno! Visto che un Berlusconi qualsiasi rappresenta una testa, ma più voti, grazie alle disponibilità d’incidenza sul pensiero dei cittadini. Gli ultimi avvenimenti, con i diktat del F.M.I. e della B.C.E., hanno ulteriormente dimostrato l’inganno dell’ideologia democratica. Questi organismi non sono stati votati dai cittadini, eppure dettano nel dettaglio le politiche economiche dei governi in nome del profitto e per salvare, come già nel 2008, i bilanci delle banche. I cittadini vedono aumentare la disoccupazione, la perdita di diritti, la riduzione dei salari con l’unico obiettivo di garantire il profitto economico e finanziario con piani di organismi non democratici. La democrazia borghese è una trappola per gli sfruttati! Le parole d’ordine di quest’epoca sono libertà, uguaglianza, proprietà. In realtà significano asservimento materiale e spirituale, miseria, sfruttamento. I dati sulla non soddisfazione dei bisogni primari nel mondo sono tragici. Più aumenta la ricchezza è più cresce la miseria. Più il capitalismo si radica in ogni parte del mondo e più s’incrementa lo sfruttamento. Nei fatti il capitale ha esaurito il suo compito storico e si avvia a passare la mano! La parole d’ordine del mondo nuovo sono abolizione delle classi, soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali del genere umano, tutto in comune. Fin quando vi saranno le classi ogni discorso sulla libertà e sull’uguaglianza è solo un modo per ingannare i lavoratori e difendere gl’interessi della borghesia. Non basta cambiare governo per cambiare condizione, se alla base vi è sempre il modo di produzione e distribuzione della ricchezza capitalistico. D’altronde oggi, analizzando le proposte dei governi e delle opposizioni, si nota una concordia sull’aumento dello sfruttamento della classe lavoratrice. I partiti parlamentari d’altronde rappresentano le varie frazioni borghesi e nessuno di loro si propone per esempio di abolire il precariato, di tornare alle vecchie norme pensionistiche, di aumentare gli stipendi, che negli ultimi dieci anni hanno perso circa il 10% di potere d’acquisto, d’instaurare uno stipendio minimo per i periodi di disoccupazione, come in Francia e Germania. Le organizzazioni sindacali, collaterali all’azione del governo e della borghesia, con la CGIL che cerca di governare il malcontento, sono complici del peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori. Sono nostre organizzazioni, sono nostre case, ma sono dirette da estranei alle esigenze del mondo del lavoro. Il tempo della storia sta per metterci di fronte a nuove opportunità per superare il capitalismo, sempre più imputridito e sempre più contro il genere umano. Dobbiamo essere pronti ed organizzati ad affrontare situazioni dure, ma nello stesso tempo entusiasmanti, per essere parte di una grande Storia.