giovedì 10 settembre 2009

Questa società è un inferno...

Per miliardi di esseri umani questa società è un inferno.
La società in cui viviamo, che i capitalisti, i mass-media, i pennivendoli, i comitati di affari ed i loro rappresentanti, i venditori di ideologie decantano come la migliore e la meta massima, a cui poter aspirare, è un paradiso per pochi ed un inferno per molti.
I fatti dicono che
più di un miliardo di persone sono sottoalimentate e che milioni di esse muoiono ogni anno di fame, tra cui 50 milioni di bambini;
la libertà, intesa come soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali, per miliardi di esseri umani è un miraggio;
l’uguaglianza sociale e la giustizia sociale sono solo parole vuote, senza alcun aggancio con la realtà;
la donna è calpestata nel suo animo e nella sua intelligenza;
vi sono guerre e lotte civili, che vedono ogni anno milioni di morti, tra cui molte donne e bambini;
alla base del pensiero umano domina, visto che le idee dominanti sono quelle della classe dominante, l’individualismo, l’egoismo, l’ipocrisia ed ogni individuo crede di pensare solo ai suoi interessi ponendosi contro tutto e tutti e non si accorge che attua il piano di chi vive dello sfruttamento dei propri simili.
Questa non è una società, ma una giungla!
Vi sono regole, ma servono solo a preservare i forti ed i loro interessi, mai i più deboli.
Oggi va di moda l’ideologia: “La crisi è finita.” o “ La crisi sta per finire.”
Ci sarebbe da discutere su queste affermazioni, ma anche se fosse vero, per tante persone si prospettano licenziamenti, disoccupazione, miseria e per chi non viene espulso dal ciclo produttivo più ritmi e carichi di lavoro, perdita di diritti, salari da fame.
Sono gli stessi capitalisti e i loro economisti ad affermarlo.
Per chi lavora è sempre crisi in questo sistema!
Dal 1992 al 2007 le aziende di ogni settore hanno raggiunto quote record di profitti, nello stesso periodo i lavoratori hanno visto ridursi il potere d’acquisto delle buste paga, hanno visto peggiorare le condizioni di lavoro e di vita, hanno visto precarizzare il mercato del lavoro, hanno visto allungare il periodo di lavoro prima di poter accedere alla pensione, che ogni lavoratore si paga da solo con i contributi versati nella sua vita lavorativa.
Tutto ciò con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, e il sindacato è uno strumento di chi lavora se guidato dai lavoratori, dirette da opportunisti che mai osano mettere in discussione il profitto.
La realtà mostra come sia in periodi fortemente positivi sia in periodi meno positivi chi lavora è soggetto a sfruttamento, bassi salari, disoccupazione, miseria, e mai è libero di soddisfare le sue necessità e di essere felice, mai è libero di poter scegliere, di poter prendere una decisione, viste i cappi reali ed ideologici che questa realtà sociale riesce a produrre.
Eppure i produttori di benessere, insieme all’esercito di riserva dei disoccupati, sono la maggioranza nel mondo e potrebbero facilmente porre le istanze di un mondo nuovo solo che fossero organizzati!
I capitalisti possono litigare, farsi le guerre di ogni tipo, ma non sono mai in disaccordo sul fatto che devono avere il profitto.
Chi lavora dovrebbe trovare unità d’intenti almeno su lavoro e salario e non lasciarsi turlupinare da obiettivi della classe dominante che mirano ancora di più a dividere ed ad imperare.
Sulla difesa del lavoro e del salario si può costruire una difesa forte e compatta delle condizioni di vita e di lavoro nella dimensione sociale attuale.
Sulla costruzione di una forte coscienza della realtà socio-economica in cui viviamo e sull’unione di menti e cuori, che vogliono essere persone e non cartoni animati, si può sognare un mondo nuovo alla cui porta d’ingresso sia scritto in caratteri cubitali:
“ DA OGNUNO SECONDO LE SUE CAPACITA’, AD OGNUNO SECONDO LE SUE NECESSITA’.”