mercoledì 16 aprile 2008

Tra cavalieri d'industria e verba magistri...

Tra cavalieri d’industria e verba magistri la moltitudine dei cittadini porta vino e beve acqua.

“ Il proletariato non ha alcun interesse al mantenimento della società esistente. Gli manca solo la coscienza della sua missione, la scienza, la filosofia: diverrà il perno di tutto il movimento emancipatore se s’impregna di questa coscienza, di questa filosofia, se comprende le condizioni della sua emancipazione, se comprende il grande ruolo che gli è toccato”.
Marx ed Engels
D. Rjazanov
Fin quando non avrà coscienza del suo ruolo storico in una società dove le idee dominanti sono quelle delle classi dominanti sarà preda di cavalieri d’industria e verba magistri e porterà vino e berrà acqua.
Aumenterà nella società la ricchezza e nello stesso tempo la pauperizzazione.
I cavalieri d’industria ed i loro mass media sono organizzati nel far vedere alle persone che gli stipendi sono bassi e non bastano ad una vita decente, che la disoccupazione è una piaga, che la famiglia è lasciata sola nella crescita dei figli in una società dove tutto ha un costo, spesso proibitivo per le classi lavoratrici, che non si può uscire di sera per il timore di atti criminali, che c’è ingiustizia, disuguaglianza, miseria, ma che non c’è speranza di un mondo nuovo, diverso. Incutono paura del presente e del futuro per far chiudere le persone in se stesse, nell’individualismo, nell’egoismo e nascondere la causa vera della realtà misera in cui si è costretti a vivere: il vecchio mondo.
Illudono i cittadini con promesse, che, se anche mantenute, non cambieranno la condizione di milioni di persone.
I cittadini sono spettatori e mai protagonisti della storia.
Invece… la storia siamo noi!
Siamo noi che produciamo beni e servizi, ma non usufruiamo di quanto prodotto, se non in minima parte.
Per essere protagonisti bisogna impadronirsi della scienza sociale ed acquisire coscienza dei rapporti economici.
Solo in tale modo s’imparerà a discernere sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gl’interessi di queste o quelle classi e non si sarà vittima ingenua degl’inganni e delle illusioni.
Un mondo nuovo è possibile, godere la vita in tutto il suo splendore è un diritto!
Ma non sarà realtà se non prendiamo coscienza dei rapporti di produzione dell’attuale società e che l’ottica del profitto ha in se il disegno dello sfruttamento, della miseria, della disuguaglianza, dell’ingiustizia, della schiavitù ai bisogni materiali e spirituali.
Non basta cambiare un governo per cambiare vita!
E’ un’illusione!
Se non mutano i rapporti di produzione, se al posto del profitto non viene posta la centralità della vita umana, i governi possono cambiare, ma le condizioni di sopravvivenza restano.
Noi vogliamo vivere, non sopravvivere!
Noi vogliamo godere dei beni prodotti, non sognarli!
Noi vogliamo assaporare il caldo respiro della speranza!
L’essere umano nella sua straordinaria bellezza deve lottare per vivere con tutte le sue forze e la sua intelligenza , sentendosi parte dell’umanità e vedendo nell’altro un compagno di viaggio, non un nemico.
L’essere umano deve prendere coscienza che le divisioni nascono da una realtà sociale ove gl’interessi sono distinti e contrapposti e che solo superandola si potranno abolire le divisioni e trovarsi uniti e compatti in obiettivi comuni.
Se lo vogliamo, possiamo costruire un mondo nuovo!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!

sabato 5 aprile 2008

La nuova stagione:un mondo nuovo.

La nuova stagione: un mondo nuovo.

“I rapporti sociali sono intimamente connessi alle forze produttive, gli uomini cambiano il loro modo di produzione e, cambiando il modo di produzione, la maniera di guadagnarsi la vita, cambiano tutti i loro rapporti sociali…Quegli stessi uomini che stabiliscono i rapporti sociali conformemente alla loro produttività materiale, producono anche i principi, le idee, le categorie, conformemente ai loro rapporti sociali.”
“Marx paragonava gli economisti borghesi che parlano delle eterne e naturali istituzioni della società borghese, ai teologi ortodossi, per i quali la propria religione è una rivelazione di Dio, mentre ogni altra religione è un’invenzione umana”
Vita di Marx
F. Mehring

“Ancora oggi la cultura borghese pone la questione tutta qui: capitalismo vuol dire economia privata, socialismo vuol dire statizzazione…Non sarà il caso di ricordare che, semmai, l’economia socialista si definisce economia senza Stato.”
Struttura economica e sociale della Russia d’oggi.
A, Bordiga.

In una nuova società, in un mondo nuovo lo Stato è destinato ad uscire dalla storia per il fatto che non vi saranno più conflitti da regolare, ma benessere da amministrare.
In un mondo in cui gl’interessi siano comuni non vi potrà essere, in modo naturale, un potere in rappresentanza del più forte a spese del più debole.
La nuova stagione è un mondo in cui gli esseri umani siano liberi dai bisogni e messi in condizione di mostrare le grandiose bellezze individuali in un’insieme che metta al centro la vita umana e la sua difesa.
Non difesa della vita fino alla nascita, come fanno alcune associazioni, ma difesa della vita dal concepimento all’estinzione, garantendo ad ognuno soddisfazione di ogni necessità materiale e spirituale.
Le nuove stagioni che parlano, al di là dei giri di parole, di peggiorare la condizione umana con precarietà del lavoro, bassi salari, più sfruttamento sono il prosieguo delle vecchie.
Sono stagioni fredde che vanno contro l’essere umano e la vita, che non intaccano le tre caratteristiche fondamentali della produzione capitalistica:
la concentrazione in poche mani dei mezzi di produzione,
l’organizzazione sociale del lavoro mediante la cooperazione, la divisione del lavoro e l’unione del lavoro con le scienze naturali,
la creazione del mercato mondiale.
Concentrazione, divisione del lavoro, soppressione della proprietà privata, creazione del mercato mondiale: ecco gli aspetti interdipendenti del dialettico processo di sviluppo capitalistico, ecco il movimento dell’evoluzione storica che parte dalla proprietà privata e del lavoro individuale ed approda al capitale sociale, negazione dell’una e dell’altro.
Il capitale sociale ad un certo stadio diviene imperialismo
Ebbene l’economia capitalista è storicamente l’economia che abolisce, nel suo sviluppo, la proprietà privata. Il socialismo, appunto, è storicamente possibile e necessario perché sorge nella fase capitalista, dalle basi materiali nelle quali le forze produttive sono divenute sociali ed economicamente appartengono all’intera società.
Il capitalismo è l’impedimento allo sviluppo delle forze produttive che ormai sono socialiste, ed è impedimento non perché è “proprietario” delle forze produttive, ma perché è “detentore”.

Un nuovo mondo è possibile! Vivere da esseri umani può essere realtà!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!

La nuova stagione: un mondo nuovo.

La nuova stagione: un mondo nuovo.

“I rapporti sociali sono intimamente connessi alle forze produttive, gli uomini cambiano il loro modo di produzione e, cambiando il modo di produzione, la maniera di guadagnarsi la vita, cambiano tutti i loro rapporti sociali…Quegli stessi uomini che stabiliscono i rapporti sociali conformemente alla loro produttività materiale, producono anche i principi, le idee, le categorie, conformemente ai loro rapporti sociali.”
“Marx paragonava gli economisti borghesi che parlano delle eterne e naturali istituzioni della società borghese, ai teologi ortodossi, per i quali la propria religione è una rivelazione di Dio, mentre ogni altra religione è un’invenzione umana”
Vita di Marx
F. Mehring

“Ancora oggi la cultura borghese pone la questione tutta qui: capitalismo vuol dire economia privata, socialismo vuol dire statizzazione…Non sarà il caso di ricordare che, semmai, l’economia socialista si definisce economia senza Stato.”
Struttura economica e sociale della Russia d’oggi.
A, Bordiga.

In una nuova società, in un mondo nuovo lo Stato è destinato ad uscire dalla storia per il fatto che non vi saranno più conflitti da regolare, ma benessere da amministrare.
In un mondo in cui gl’interessi siano comuni non vi potrà essere, in modo naturale, un potere in rappresentanza del più forte a spese del più debole.
La nuova stagione è un mondo in cui gli esseri umani siano liberi dai bisogni e messi in condizione di mostrare le grandiose bellezze individuali in un’insieme che metta al centro la vita umana e la sua difesa.
Non difesa della vita fino alla nascita, come fanno alcune associazioni, ma difesa della vita dal concepimento all’estinzione, garantendo ad ognuno soddisfazione di ogni necessità materiale e spirituale.
Le nuove stagioni che parlano, al di là dei giri di parole, di peggiorare la condizione umana con precarietà del lavoro, bassi salari, più sfruttamento sono il prosieguo delle vecchie.
Sono stagioni fredde che vanno contro l’essere umano e la vita, che non intaccano le tre caratteristiche fondamentali della produzione capitalistica:
la concentrazione in poche mani dei mezzi di produzione,
l’organizzazione sociale del lavoro mediante la cooperazione, la divisione del lavoro e l’unione del lavoro con le scienze naturali,
la creazione del mercato mondiale.
Concentrazione, divisione del lavoro, soppressione della proprietà privata, creazione del mercato mondiale: ecco gli aspetti interdipendenti del dialettico processo di sviluppo capitalistico, ecco il movimento dell’evoluzione storica che parte dalla proprietà privata e del lavoro individuale ed approda al capitale sociale, negazione dell’una e dell’altro.
Il capitale sociale ad un certo stadio diviene imperialismo
Ebbene l’economia capitalista è storicamente l’economia che abolisce, nel suo sviluppo, la La nuova stagione: un mondo nuovo.

“I rapporti sociali sono intimamente connessi alle forze produttive, gli uomini cambiano il loro modo di produzione e, cambiando il modo di produzione, la maniera di guadagnarsi la vita, cambiano tutti i loro rapporti sociali…Quegli stessi uomini che stabiliscono i rapporti sociali conformemente alla loro produttività materiale, producono anche i principi, le idee, le categorie, conformemente ai loro rapporti sociali.”
“Marx paragonava gli economisti borghesi che parlano delle eterne e naturali istituzioni della società borghese, ai teologi ortodossi, per i quali la propria religione è una rivelazione di Dio, mentre ogni altra religione è un’invenzione umana”
Vita di Marx
F. Mehring

“Ancora oggi la cultura borghese pone la questione tutta qui: capitalismo vuol dire economia privata, socialismo vuol dire statizzazione…Non sarà il caso di ricordare che, semmai, l’economia socialista si definisce economia senza Stato.”
Struttura economica e sociale della Russia d’oggi.
A, Bordiga.

In una nuova società, in un mondo nuovo lo Stato è destinato ad uscire dalla storia per il fatto che non vi saranno più conflitti da regolare, ma benessere da amministrare.
In un mondo in cui gl’interessi siano comuni non vi potrà essere, in modo naturale, un potere in rappresentanza del più forte a spese del più debole.
La nuova stagione è un mondo in cui gli esseri umani siano liberi dai bisogni e messi in condizione di mostrare le grandiose bellezze individuali in un’insieme che metta al centro la vita umana e la sua difesa.
Non difesa della vita fino alla nascita, come fanno alcune associazioni, ma difesa della vita dal concepimento all’estinzione, garantendo ad ognuno soddisfazione di ogni necessità materiale e spirituale.
Le nuove stagioni che parlano, al di là dei giri di parole, di peggiorare la condizione umana con precarietà del lavoro, bassi salari, più sfruttamento sono il prosieguo delle vecchie.
Sono stagioni fredde che vanno contro l’essere umano e la vita, che non intaccano le tre caratteristiche fondamentali della produzione capitalistica:
la concentrazione in poche mani dei mezzi di produzione,
l’organizzazione sociale del lavoro mediante la cooperazione, la divisione del lavoro e l’unione del lavoro con le scienze naturali,
la creazione del mercato mondiale.
Concentrazione, divisione del lavoro, soppressione della proprietà privata, creazione del mercato mondiale: ecco gli aspetti interdipendenti del dialettico processo di sviluppo capitalistico, ecco il movimento dell’evoluzione storica che parte dalla proprietà privata e del lavoro individuale ed approda al capitale sociale, negazione dell’una e dell’altro.
Il capitale sociale ad un certo stadio diviene imperialismo
Ebbene l’economia capitalista è storicamente l’economia che abolisce, nel suo sviluppo, la proprietà privata. Il socialismo, appunto, è storicamente possibile e necessario perché sorge nella fase capitalista, dalle basi materiali nelle quali le forze produttive sono divenute sociali ed economicamente appartengono all’intera società.
Il capitalismo è l’impedimento allo sviluppo delle forze produttive che ormai sono socialiste, ed è impedimento non perché è “proprietario” delle forze produttive, ma perché è “detentore”.

Un nuovo mondo è possibile! Vivere da esseri umani può essere realtà!
Se lo vogliamo, possiamo sognare! proprietà privata. Il socialismo, appunto, è storicamente possibile e necessario perché sorge nella fase capitalista, dalle basi materiali nelle quali le forze produttive sono divenute sociali ed economicamente appartengono all’intera società.
Il capitalismo è l’impedimento allo sviluppo delle forze produttive che ormai sono socialiste, ed è impedimento non perché è “proprietario” delle forze produttive, ma perché è “detentore”.

Un nuovo mondo è possibile! Vivere da esseri umani può essere realtà!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!