giovedì 27 dicembre 2012

Il vademecum Monti...

Il vademecum Monti al servizio del capitale. Il vademecum Monti, da quasi tutti i partiti condiviso in toto od in parte è il calendario del capitale industriale italiano ed europeo per i prossimi anni per aumentare lo sfruttamento della classe operaia nel confronto-scontro con le altre potenze capitalistiche, tutte unite nel voler aumentare il plusvalore estratto ai lavoratori e per consentire al profitto ed alla rendita di continuare a sguazzare nei privilegi. Più Europa o meno Europa vuol dire nulla per i lavoratori se non più concentrazione del capitale e la possibilità di unire le forze per contrastare le azioni contro i diritti ed salari. Per fare questo servirebbero sindacati dall’ottica internazionale e non chiusi nella loro bandiera nazionale o, addirittura, nell’azienda di appartenenza. Si parla di finanza pubbliche sane e si dimentica che il 90% delle tasse sono a carico dei lavoratori dipendenti e pensionati e che basterebbe una lotta seria all’evasione, alla corruzione, al lavoro nero per ridurre il debito di circa 600 milioni di euro. La riduzione del carico fiscale si può fare solo facendo pagare le tasse a tutti, compreso le imprese, che evadono centinaia di miliardi di euro di contributi mai versati all’INPS. Si accenna a voler “prendere sul serio, l’istruzione, la formazione professionale e la ricerca” , ma si fa di tutto per indebolire il ruolo della scuola pubblica e per renderla sempre più classista. S’intende sfruttare tutto il potenziale dell’economia verde, ma i fatti con il decreto “ILVA” hanno la testa dura. La politica agricola rientra nel piano per una crescita sostenibile, ma si dimentica che in una società industriale avanzata essa è costruita su grandi imprese con alte produzioni e produttività. Il turismo viene ritenuto importante. Quanto è nell’esempio dei crolli di Pompei, non ancora ricostruiti. Il succo del vademecum è nella politica del lavoro dove si prospettano meno diritti, bassi salari, pensioni prossime alla fine della vita. Si prevede il lavoratore come una bestia da soma, flessibile negli orari, nei salari, nel lavoro, al servizio del capitale. La promessa di voler aumentare in questo modo i tassi di occupazione giovanile e dei lavoratori anziani è una presa in giro. Non si aumenta l’occupazione con le pensioni a 70 anni, con la massima precarietà, con un’economia flessibile al massimo. Il paragrafo sulle donne è una perla, perché esse rientrano nel concetto di lavoro precario e flessibile. Lo stato sociale viene visto come protettore della persona, ma in realtà è solo, nell’ottica Montiana, al servizio dei ricchi. La famiglia come sempre viene propagandata come cuore pulsante della società italiana, a parole. Nei fatti i nonni che vanno in pensione più tardi con miseri assegni, i genitori o con lavoro non sicuro o disoccupati, i figli che spesso disertano la scuola mostrano che il concetto di difesa della famiglia è solo un’astrazione. Fa proprio ridere quanto scritto poi sulla lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, all’economia sommersa, poiché l’azione dell’ultimo governo, come il precedente, si è distinta più per gli annunci che i fatti concreti, vedi la legge sulla corruzione. Il calendario della lotta alla criminalità organizzata è denso di buone intenzioni, ma scarso di contenuti reali. Monti, il commissario della finanza nazionale ed internazionale, famoso per essere serio e di parola, basta vedere quanto detto su una sua eventuale candidatura politica o sui punti in più di PIL nel 2012 per le decisioni governative, ancora una volta si mostra come il classico politico borghese, che cerca di accalappiare, come il suo predecessore, la buonafede dei cittadini. D’altronde è tutto il sistema capitalistico che inganna i lavoratori. I suoi servitori, i suoi pugilatori a pagamento con lingua da schiavi non possono comportarsi diversamente, che siano partiti, associazioni, organi religiosi, mass-media. Per sottrarsi agl’inganni ideologici borghesi l’unica via è nella conoscenza e nella coscienza di classe; nella determinazione di voler difendere gl’interessi immediati con la riduzione dell’orario di lavoro, con forme contrattuali a tempo indeterminato con poche e chiare deroghe, con il ritorno agli uffici di collocamento ed alle chiamate numeriche e non nominative, con reddito garantito nei periodi di disoccupazione, con contratti di lavoro nazionali ed anche europei; nello storico per il superamento del capitalismo e per una società senza classi, che metta al centro del processo produttivo e di consumo l’essere umano. La nuova frontiera dell’umanità non è il ritorno ai primi anni del ‘900, come nelle tesi Montiane, che, pur essendo nei fatti un conservatore ed un reazionario, si spaccia per innovatore, ma per un futuro non basato sull’accumulazione di denaro, ma sul benessere comune.

lunedì 17 dicembre 2012

Se lo vogliamo...

Se lo vogliamo, possiamo realizzare il sogno! Monti, commissario della finanza con l’obiettivo di salvaguardare gl’interessi del grande capitale finanziario ed industriale, l’anno scorso, alla presentazione del suo governo affermò che il suo mandato sarebbe durato fino alla scadenza elettorale e che sarebbe poi tornato a fare il professore. Oggi, nonostante tutti gl’indicatori economici negativi, gli stessi interessi, che prima appoggiavano Berlusconi, mollato quando era divenuto impresentabile, vogliono che il “professore banchiere” entri nella tenzone elettorale direttamente od indirettamente per indirizzare gli obiettivi del nuovo governo o presiederlo in prima persona. Il piano è di continuare ad alzare il livello di sfruttamento dei lavoratori ed estrarre maggiore plusvalore, d’altronde nell’ultimo anno le uniche vere “ restaurazioni riforme” portate avanti riguardano i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Altre categorie o non sono state toccate od hanno dovuto subire conseguenze di riflesso. Nel dibattito politico esiste un’assenza ed è quella della voce e degl’interessi dei lavoratori e dei pensionati. Tutte le forze politiche vecchie e nuove discutono di tutto, ma nessuno propone una lotta seria alla disoccupazione con riduzione di orario e reddito garantito, la diminuzione dell’età pensionabile, la scuola gratuita, il diritto alla cura della salute, i trasporti più efficienti e vicini ai tanti che non usufruiscono di Italo o Frecciarossa, una libera chiesa in libero Stato, una vera libertà nelle scelte di carattere privato. Tutti dicono che il futuro sarà duro, ma non dicono per chi. Non certo per quel 10% di italiani che detengono il 50 % della ricchezza totale privata, stimata in circa 9000 miliardi di euro. In un mondo che vede la produzione mondiale con il segno più ed aziende, tra cui anche le banche, che continuano a macinare profitti, il futuro sarà duro solo per i lavoratori, se questi continueranno a seguire la corrente o lasciarsi trasportare da essa senza la minima opposizione e senza una propria strategia. Che società è quella società che nega la soddisfazione dei bisogni primari? Che società è quella società dove muoiono milioni di bambini? Che società è quella società dove le donne devono prostituirsi per vivere? Che società è quella società dove gli anziani sono soli, abbandonati e senza soldi? Che società è quella società dove tanta gente dorme per strada e, d’inverno’, muore per il freddo? Che società è quella società dove si ammazza un altro simile per un pezzo di terra o per qualche barile di petrolio? Dov’è l’amore? Dov’è la giustizia? Dov’è l’uguaglianza? Dov’è la fratellanza? Dov’è la libertà? Questo tipo di società è una società senza futuro… E non ci fermeranno quei quattro ignoranti con la testa vuota e l’animo cattivo, che cercano di fermarci con le stragi, gli omicidi. Essi non hanno capito che noi abbiamo capito i loro inganni, le loro truffe, la loro prepotenza, le loro ingiustizie, le loro sopraffazioni e non ci caschiamo più. Qual è dunque la nostra politica per il lavoro nella nuova società? Il primo obiettivo è mandare al macero e far sparire le schifezze, che abbiamo elencato prima; tutte, senza salvarne alcuna. Nella nuova società tutti devono essere attori della produzione sociale e tutti devono usufruirne. In questa fase è importante per noi dare a tutti un lavoro, magari non sarà quello sognato, ma è un lavoro. Con il tempo ognuno darà il suo contributo sociale in modo più coerente con le sue caratteristiche e aspettative. In questa fase è basilare, oltre che lavorare e sottrarsi alla schiavitù del bisogno, attuare i percorsi conoscitivi, per ampliare i nostri orizzonti nel campo della conoscenza globale . E importante per noi, in questa fase, mandare i lavoratori e le lavoratrici in pensione ad un’età decente, in modo da poter godere meglio la vita; le donne a cinquant’anni e gli uomini a cinquanta cinque. E importante per noi, in questa fase, dare anche ai pensionati duemila euro al mese, affinché non vivano una vita misera, ma bella. Sono cose semplici, ma che cambiano il nostro modo di vivere, che ci fanno vivere una vita vera, libera, serena e gioiosa… Noi, finora, abbiamo conosciuto Stati a volte dittatoriali a volte, cosiddetti, democratici, ma sempre abbiamo visto uno Stato non al servizio del cittadino, oppressivo, a volte violento fisicamente ed idealmente. Abbiamo visto uno Stato entrare nella nostra sfera privata ed obbligarci a certe scelte, che, non potendo scegliere, erano obblighi. Pertanto non avevamo la libertà di scelta e non avendo questa possibilità non avevamo la libertà, che è anche, appunto, libertà di scegliere. Lo Stato del passato aveva interesse a non darci la libertà per controllarci, guidarci, assoggettarci. Non era quindi una democrazia, ma una dittatura morbida, senza apparente violenza, quando, addirittura in certi casi, non sfociava in teocrazia, annullando la libertà di ragionare, di scernere,di verificare. Noi invece vogliamo uno Stato al servizio dei cittadini e quindi uno Stato, che s’interessa di dare ad ognuno una buona scuola, una buona rete di trasporti, una buona assistenza sanitaria. Uno Stato che dia ai cittadini asili nido, scuole materne, ristoranti pubblici, ove poter mangiare, se non si ha voglia di cucinare, centri di cultura dove migliorare la conoscenza, possibilità di fare sport a tutti e, quindi, palestre, piscine, campi da tennis, campi di calcio, piste e quant’altro possa servire ad avvicinare allo sport ogni cittadino. Vogliamo uno Stato che aiuti l’espressione della cultura in tutte le sue forme, uno Stato che faccia tutto quello che serva per elevare la mente e lo spirito delle persone. Non vogliamo un Stato, che entri nei rapporti personali, intimi dei cittadini. Ogni persona nella nostra società, dopo aver dato il suo contributo sociale ed intellettuale, è libero di esprimersi nei vari campi della vita come meglio crede. Ogni persona è libera di unirsi con un’altra e siamo sicuri che saranno unioni d’amore, poiché non vi sono più gl’interessi di altro tipo, che possono spingere una persona ad unirsi ad un’altra. Noi siamo per la vita e vogliamo che nascano tanti bambini, che avranno e parteciperanno ad un futuro roseo, ma la scelta di un parto non è dello Stato, ma di chi ha messo le basi per una nuova vita. Ogni persona è libera di usare, ovviamente sotto controllo medico, la pillola del giorno prima, del giorno dopo o qualsiasi altra conoscenza scientifica. Ogni persona è libera di abortire, è una sua scelta, anche se noi siamo per la vita , che sempre più meriterà di essere vissuta. Ogni conoscenza scientifica, che possa essere utile all’essere umano, deve avere la precedenza su ogni altro ragionamento e sarà ognuno, liberamente, a scegliere di utilizzarla o non utilizzarla. Ogni persona è libera di pensare quello che vuole e di credere in quello che ritiene più giusto, noi non combattiamo le idee, ci confrontiamo, ben sapendo che la ragione e la scienza non possono essere ostacolate dalle superstizioni, dai tabù, dalle paure. Il pensare, il credere in qualsiasi cosa sono questioni personali, intime e tali devono rimanere. Tutto ciò può realizzarsi… Da “ Il caldo respiro della speranza” Giuseppe Calocero Si può costruire un mondo nuovo! Se lo vogliamo, possiamo sognare!

martedì 4 dicembre 2012

L'arma del terrore.

L’arma del terrore. L’arma del terrore “Spread” sta dando ottimi frutti al profitto ed alla rendita. In nome di santo “Spread”si riduce l’occupazione, aumenta la disoccupazione; si riducono i salari, aumentano gli orari di lavoro; aumenta l’età pensionabile, si danno più possibilità di licenziare; si rivivono livelli di sfruttamento di un secolo fa , conta il profitto, non la salute dei lavoratori e dei cittadini. I Draghi e Monti fanno finta di piangere per la triste realtà di chi lavora, intanto colpiscono sempre più duramente con la complicità dell’opportunismo e del sindacalismo compiacente. Osano presentare certi provvedimenti come motori per l’occupazione e per un futuro migliore. Abbiamo visto cos’ha voluto dire la “restaurazione” sulle pensioni, sulle regole dei rapporti di lavoro, sul patto per la produttività: peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita per i lavoratori, mantenimento dei privilegi per il profitto e la rendita. In questi giorni si parla tanto delle primarie del centrosinistra, di Bersani, Renzi, Vendola. Si fanno analisi di look di ogni tipo, ma nessuno dice che con questi signori, alla pari con i Berlusconi, Montezemolo, Casini, Fini, Monti, Grillo e compagnia cantante, la classe lavoratrice continuerà a dare il suo “sangue”, in tema di plusvalore, pur di salvare gl’interessi delle classi sfruttatrici. Nel dibattito politico sono presenti solo le esigenze della borghesia e piccola borghesia, quelle del mondo lavorativo sono assenti, non essendoci una forza politica in grado di organizzare le istanze della classe lavoratrice e porle in lotta con quelle delle altre classi. Non si parla di occupazione, di salari, di condizioni di lavoro e di vita, se non per portare ad un livello peggiore la situazione attuale, presentando realtà vecchie di secoli come nuove. I lavoratori, bombardati dai mass-media, vedono obiettivi non loro e si mettono o a trainare carri degli altri o ad assistere supinamente a ciò che accade. E’ il modo migliore per dare campo libero ai pugilatori a pagamento con lingua da schiavi del capitale che vendono fumo ai lavoratori ed arrosto ai loro “principi”. Pur di non svegliare il “gigante” che dorme le pagine dei quotidiani, i telegiornali, i radio giornali, danno più spazio al “pettegolezzaio” politicista interno, poco alla politica estera, poco all’economia se non al “terrorismo” dello spread, nulla alle lotte dei lavoratori in Cina ed in India, che in tanti casi sfidano la morte negli scontri con le forze dell’ordine, comandate a cercare di eliminare ogni forma di protesta. Il “gigante” dorme, ma non in ogni parte del mondo! Nella stessa Europa i lavoratori greci e spagnoli cercano di opporsi alla dittatura dello spread. Tutto ciò accade mentre la produzione mondiale cresce, mentre, per la prima volta nella storia dell’umanità, c’è tanta e tale abbondanza di prodotti da poter soddisfare il doppio della popolazione mondiale. Non mancano i prodotti, si produce troppo! Il capitalismo mostra la sua faccia crudele e riduce alla miseria miliardi di esseri umani pur di salvaguardare il profitto. Nessun governo, nessun uomo politico che non si ponga nell’ottica di eliminare lo scontro tra profitto e salario potrà eliminare questo stato di cose. Se promette un miglior futuro nel capitalismo, sarà un ingannatore; se fa intravedere un sogno, sta preparando un incubo. La realtà non è così complicata come i “pugilatori a pagamento” vogliono darci a bere. E’ semplice! Ci sono due classi : la borghesia o il proletariato. O si sta con l’una o si sta con l’altra. Terze vie non esistono! Il marxismo viene declinato come superato, morto, non più attuale da ciarlatani che non riescono a fare un’analisi a due giorni . “Se vi poneste il problema del perché la dottrina di Marx ha potuto impossessarsi di milioni di cuori della classe rivoluzionaria, ricevereste una sola risposta: ciò è successo perché Marx si basava sulle solide fondamenta del sapere umano accumulato nell’epoca del capitalismo; perché, avendo studiato le leggi dello sviluppo sociale, Marx comprese l’inevitabilità dello sviluppo del capitalismo, che conduce al comunismo e, soprattutto, lo dimostrò sulla base dello studio più esatto, più dettagliato e profondo della società capitalistica, mediante la completa assimilazione di tutto ciò che la scienza sino ad allora aveva apportato.” Lenin Il marxismo è vivo! Esso è un metodo scientifico di analisi del capitalismo, di tattica e di strategia politica, onde utilizzare le varie fasi del sistema attuale per organizzare il suo superamento in una nuova dimensione sociale. Il primo passo sulla strada della libertà è prendere coscienza dell’oppressione capitalistica sull’essere umano, costretto a lottare per soddisfare le sue necessità materiali e spirituali senza, succede spesso, riuscirci; spinto alle guerre, comandato a dare la sua opera in luoghi simili a caserme. Se vogliamo costruire un sogno, esso è nella realtà che stiamo vivendo. La produzione è già sociale. Rendendo anche l’appropriazione sociale, la realtà sarebbe nuova e diversa. Il nodo gordiano da sciogliere è tutto qua. L’unica classe che ha l’interesse di tagliare questo nodo è la classe lavoratrice.

giovedì 22 novembre 2012

Accordo sulla produttività...

Accordo sulla produttività: aumenta lo sfruttamento. L’accordo sulla produttività tra governo e parti sociali, esclusa la CGIL, rappresenta un altro passo verso un ritorno al passato. Esso presuppone situazioni lavorative dell’inizio del secolo scorso. Per aumentare le esportazioni e cercare di attirare investimenti stranieri in Italia si aumenta lo sfruttamento dei lavoratori e l’estrazione di plusvalore. La concorrenza la si fa con i paesi in via di sviluppo e non con i paesi avanzati, non toccando però i veri nodi strutturali quali il costo dell’energia, dei trasporti, della fiscalità sul lavoro, la corruzione, l’ordinamento giudiziario, la bassa concentrazione delle imprese, la produzione tecnologicamente in ritardo. Il governo Monti, proseguendo l’opera del governo Berlusconi, scarica la lotta per la conquista di nuovi spazi commerciali e per mantenere il profitto della finanza e delle imprese solo sui lavoratori dipendenti, disoccupati e pensionati. Nel suo periodo di vita solo queste categorie si sono sobbarcati enormi sacrifici ed il peso di una crescente miseria. Le altre classi hanno continuato a godere i loro privilegi. Essere per l’agenda Monti vuol dire essere per lo sfruttamento dei lavoratori, per i bassi salari, per la disoccupazione, per la povertà crescente e la miseria. Ed il fatto che tutti, al di là dei distinguo, non “buttano al mare” Il professore banchiere è significativo. Come è esplicativo di certe scelte il fatto che il signor Bonanni “vada in Ferrari” con Montezemolo. Con questo accordo continua la linea di aumentare l’estrazione di plusvalore alla classe lavoratrice, perseguita da tutti i governi, per salvare i privilegi ed i vantaggi della piccola borghesia e della borghesia. L’unico modo per opporsi a questo continuo attacco alla classe lavoratrice è quello di costruire con l’organizzazione una linea di difesa del lavoro e della vita. Questi signori, tutti molto religiosi, di fatto con le loro azioni negano a milioni di esseri umani la vita, negando loro la libertà dalle necessità e nella conoscenza. Non è vita quella di questa realtà sociale per un essere umano in preda alla schiavitù della disoccupazione, al terrore di perdere il lavoro, alla paura di non poter soddisfare le proprie necessità! L’essere umano merita una vita vera!

martedì 6 novembre 2012

"Nessuno è più schiavo..."

“Nessuno è più schiavo… Con “tangentopoli” si disse che finiva la prima repubblica e nasceva la seconda. Essa si basava sul “maggioritario” e sulla personalizzazione del confronto politico. Si accettò la candidatura di Berlusconi, nonostante una legge del 1955 proibisse un ruolo politico per chi fosse in possesso di concessioni pubbliche. Si permise anche il nome del candidato presidente in spregio alle norme costituzionali vigenti. Il capitalismo senza capitali italiano ha appoggiato “il cavaliere”, ritenendolo utile per portare avanti una linea riformista senza riforme, che si è esplicata essenzialmente nell’attaccare le condizioni di vita e di lavoro del mondo lavorativo. Il ruolo della Lega è stato in questi anni, con l’ideologia del federalismo, di supporto all’azione del capitale economico-finanziario nella difesa del profitto e della rendita. La situazione nell’ultimo periodo ha visto emergere sempre più la necessità dell’unificazione economico-politica dell’Europa per poter reggere il confronto con le maggiori potenze del globo. Berlusconi e Bossi non servono più. Deve aprirsi la terza repubblica, che deve vedere sempre più una concentrazione di poteri a livello europeo ed una regionalizzazione delle nazioni appartenenti. Il governo dei professori banchieri rappresenta il commissariamento della politica italiana da parte dell’Europa ed un abbandono delle ideologie precedenti con un rafforzamento dello Stato centrale. Servono nuovi partiti e nuovi rappresentanti. Quello che sta succedendo è la conseguenza dell’obiettivo Europa unita. In questo processo la classe lavoratrice è stata assente, perché non rappresentata da alcun partito parlamentare e da dirigenti sindacali, che hanno utilizzato la nostra organizzazione per portare avanti interessi non nostri a supporto dei partiti parlamentari. Le conseguenze sono state catastrofiche. Riduzione degli stipendi, più disoccupazione, meno diritti, pensioni in punto di morte, qualità del lavoro e della vita peggiorate a livello del primo novecento. Purtroppo anche nel presente la voce di chi lavora e produce è assente. Questo dato porta a subire situazioni ancora peggiori degli anni precedenti. I Renzi, i Grillo, insieme ai Bersani, Casini, Alfano, ed alla dirigenza sindacale, di supporto al capitale senza capitali italiano, non hanno alcuna intenzione di cambiare registro nell’azione dei prossimi anni nei confronti di chi lavora, che dovrà scontare ancora situazioni pessime e vedersi negare il diritto alla vita ed alla serenità nel vivere i loro giorni. Se il futuro che ci prospetta questo sistema è questo, bisogna che ognuno lotti per conquistarsi il futuro! Viviamo in un periodo rappresentato da un’enorme produzione di beni ed una richiesta di questi scarsa, causa la disoccupazione ed i bassi stipendi in primo luogo. E’ un’ anomalia su cui riflettere. In altre epoche storiche si soffriva e si moriva per scarsità di beni. Oggi nel capitalismo si soffre e si muore perché c’è abbondanza di beni. Il problema è quindi nella distribuzione dei prodotti del lavoro, che ha come unico obiettivo di creare profitto e non di soddisfare i bisogni del genere umano. Se la produzione sociale avesse una distribuzione sociale ogni essere umano avrebbe beni oltre le sue necessità! I programmi dei nuovi e vecchi “ciarlatani” della politica e del mondo sindacale non vanno in alcun modo incontro alle esigenze delle persone, ma solo del capitale. Bisogna essere per la vita e non per la morte! Essere per la vita significa innanzitutto lottare per far sì che ogni essere umano soddisfi le sue necessità materiali e spirituali. Chi accetta che milioni di bambini ogni anno muoiano di fame, che miliardi di esseri umani siano sotto alimentati, che alcuni milioni di adulti cedano all’inedia, che miliardi di esseri umani non accedano alle bellezze della conoscenza non è per la vita, è per la morte, non soltanto con l’utilizzo delle guerre. Il capitalismo, i suoi apologeti, i suoi pugilatori a pagamento e gli schiavi con la propria bocca ciarlano solo per ingannare chi lavora e produce, ma nei fatti nulla fanno per la vita, per far assaporare ad ogni essere umano la libertà vera, che non potrà mai esserci senza liberazione dalla schiavitù dei bisogni. Comprendere la verità dell’attuale dimensione sociale come oppressione del genere umano è già iniziare ad essere liberi, perché “Nessuno è più schiavo di chi si crede libero senza esserlo”.

mercoledì 24 ottobre 2012

Il comunismo...

Il comunismo: una necessità. Uno degli argomenti , cementato in vari luoghi comuni, che la borghesia e l’opportunismo portano avanti, è che la realtà economico-sociale è complessa, che non esistono classi, ma il bene comune, che vi sono borghesi “progressisti” e borghesi “reazionari”, i ceti medi, la politica delle alleanze, che la “crisi” attuale si supera insieme, unendo e non dividendo. La società è davvero complicata, ma la complessità dei fenomeni economici e sociali non elimina il nocciolo della questione, che il marxismo ha messo in evidenza e che per la classe operaia era ed è molto semplice: la società è divisa in classi e che gl’interessi sono conflittuali tra chi sfrutta e chi è sfruttato. Non si può essere per il proletariato e per la borghesia. O si è da una parte o dall’altra! Chi propaganda sulle possibilità e necessità di unione tra borghesia e proletariato ha un solo scopo: difendere il profitto ed il capitale. “I democratici piccolo-borghesi, questi sedicenti socialisti che hanno sostituito alla lotta di classe le loro fantasticherie sull’intesa tra le classi hanno fatto della trasformazione socialista una specie di sogno; non si tratta per essi di abbattere il dominio della classe sfruttatrice, ma di sottomettere pacificamente la maggioranza alla minoranza cosciente dei suoi compiti. Quest’utopia del piccolo borghese, indissolubilmente legata all’ipotesi di uno stato al di sopra delle classi non ha portato ad altro che al tradimento de gl’interessi delle classi lavoratrici.” Lenin Lo stato non è un organismo al di sopra delle classi. Lo stato è sorto proprio dall’inconciliabilità degl’interessi delle classi, come strumento di dominio di una classe sull’altra. La democrazia è una forma di potere con il quale la borghesia tiene sottomessi i lavoratori. Il suffragio universale porrebbe, secondo borghesi ed opportunisti, alla pari borghese e proletario. La democrazia delle schede elettorali non tocca il potere reale dei capitalisti, liberi di sfruttare e di condizionare le elezioni con il potere dei mass-media. Le elezioni libere, eguali, democratiche, universali servono ad occultare il fatto che la proprietà dei mezzi di produzione ed il potere politico rimangono nelle mani degli sfruttatori e che quindi è impossibile parlare di vera libertà e di effettiva uguaglianza per la stragrande maggioranza della popolazione. Il vero potere nella democrazia non è nelle urne, ma nelle banche, nei consigli di amministrazione. “Essi parlano di “maggioranza” pensando che l’uguaglianza delle schede elettorali significhi l’uguaglianza tra lo sfruttato e lo sfruttatore, tra l’operaio ed il capitalista, tra il povero ed il riccone, tra l’affamato e chi ha la pancia piena. Secondo loro i miti, nobili, pacifici capitalisti non impiegherebbero mai la forza della ricchezza, la forza del denaro, la potenza del capitale, il giogo della burocrazia e della dittatura militare, ma risolverebbero effettivamente gli affari secondo “la maggioranza”… In realtà proprio la borghesia è sempre stata ipocrita chiamando democrazia un’uguaglianza formale, mentre di fatto violentava i poveri, i lavoratori, i piccoli contadini, gli operai con infinite forme d’inganno e di oppressione.” Lenin I fatti degli ultimi anni sono emblematici. Con la scusa della crisi e dello spread il capitale, violentando anche l’idea di democrazia, il governo dei professori banchieri è esplicativo, ha tolto diritti, ridotto i salari, aumentato le tasse, espulso milioni di persone dai centri produttivi e negato una vita presente e futura a tanti uomini, donne, bambini, anziani. Non si può pensare di condizionare lo stato con il parlamento per il semplice fatto che le decisioni vere vengono prese in altri luoghi. Il parlamento serve solo ad illudere il popolo. Il marxismo non è solo un metodo di analisi, ma , soprattutto, analisi scientifica della società, esposizione delle leggi dello sviluppo economico e sociale che individuano l’inevitabilità della fine del capitalismo per opera della classe operaia e nello stesso tempo indicazione pratica sulle azioni per portare a termine il compito della costruzione di un mondo nuovo dove ognuno possa respirare liberamente la vera libertà e l’effettiva uguaglianza. “I signori opportunisti insegnano al popolo, facendo scempio della dottrina di Marx, che il proletariato deve dapprima ottenere la maggioranza per mezzo del suffragio universale, poi ottenere, in forza di tale maggioranza, sulla base delle votazioni, il potere statale… Ma noi, basandoci sulla dottrina di Marx e sull’esperienza della rivoluzione russa diciamo: il proletariato deve dapprima battere la borghesi e conquistare per se stesso il potere e poi adoperare il potere statale come arma della sua classe … Solo i mascalzoni e gli sciocchi possono pensare che il proletariato deve prima conquistare la maggioranza nelle elezioni, fatte sotto il giogo della borghesia, sotto il giogo della schiavitù salariata, e poi il potere. Questo è il colmo dell’ottusità e dell’ipocrisia: è la sostituzione delle votazioni, sotto il vecchio regime, sotto il vecchio potere, alla lotta di classe…” Lenin Nonostante la propaganda ideologica borghese cerchi di dire che Marx ed il marxismo siano superati, mentre fior di economisti borghesi ridotti a sibille di Cuma cercano di consigliarsi con Marx per capire qualcosa della situazione odierna, per essi indecifrabile, la dottrina de “Il Moro” si è impossessata di milioni di cuori per il semplice fatto che essa si basa sulle solide fondamenta del sapere umano accumulato nell’ epoca del capitalismo; perché, avendo studiato le leggi dello sviluppo sociale, Marx comprese l’inevitabilità dello sviluppo del capitalismo, che conduce al comunismo, e soprattutto lo dimostrò sulla base di analisi scientifiche. Il comunismo è la frontiera dell’umanità, ma è anche una necessità per dare senso alla vita del genere umano.

giovedì 18 ottobre 2012

La lingua degli schiavi della propria bocca. Ci hanno sempre detto capitalisti, politici borghesi, burocrati sindacali borghesi, pennivendoli e pugilatori a pagamento, con lingua degli schiavi al servizio della propria bocca che la democrazia rappresentava il miglior sistema per garantire la libertà, l’uguaglianza, la parità dei diritti, la fratellanza e la giustizia. Oggi che questo sistema, l’altra faccia della stessa medaglia del sistema fascista, si sta mostrando nei fatti per quello che è, i difensori del capitalismo democratico devono avere una bella faccia tosta a propagandare ancora le loro tesi e, se ancora qualcuno casca nelle loro ideologie fasulle, deve dimostrare una vera pochezza intellettiva. Gli ultimi avvenimenti da “giardino fiorito zambettante” mettono in risalto come il cittadino non conti nulla nel determinare governi e governanti. Lo stesso governo Monti ne è un esempio. I rappresentanti del cosiddetto “popolo” sono selezionati per volontà dei gruppi economici dominanti, dove vi sono con pieni “titoli finanziari” le organizzazioni delinquenziali. I rappresentanti dell’economia, della finanza, della politica, della burocrazia sindacale ed i mass-media tentano di far passare gli ultimi “scandali” come qualcosa al di fuori della morale capitalistica. Quello che accade è invece parte integrante del sistema, basato sul profitto, che è un furto legalizzato. Negli ultimi dieci anni, mentre si tagliava diritti, salari ed occupazione alla classe lavoratrice, la spesa degli enti locali è cresciuta di circa 80 miliardi di euro. Sono cresciuti i finti lavori ed i finti favori, le consulenze fasulle, le forniture gonfiate, i sussidi assurdi ed i privilegi per i “rappresentanti del popolo”. E’ aumentata l’evasione fiscale e contributiva, la corruzione, la possibilità di garanzia d’impunità. Determinati gruppi sociali si sono garantiti vantaggi enormi nella gestione dei loro affari e dei loro soldi con lo strumento della rappresentanza politica ad ogni livello, che a sua volta non è voluta rimanere a mani vuote. Tutto questo è avvenuto portando via alla classe lavoratrice centinaia di miliardi di euro, visto che la sua fetta sul P.I.L. è scesa negli ultimi quindici anni dal 42 % a meno del 25%. I soldi sottratti ai lavoratori hanno riempito le casse delle aziende ed hanno riempito le tasche del parassitismo in modo legale ed illegale. Il governo dei professori banchieri non ha affrontato il nodo dell’evasione fiscale e contributiva, della corruzione, la nuova legge è solo una foglia di fico, dell’enorme parassitismo. Ha continuato ad erodere quote di reddito alla classe lavoratrice per mantenere intatti i privilegi del profitto, della rendita, del parassitismo. Addirittura utilizza i nuovi scandali per colpire non le rendite parassitarie, ma ancora una volta la classe lavoratrice, vedi la legge di stabilità 2013. I partiti sono tutti d’accordo, anche se cercano di far sembrare alcune differenze. I burocrati sindacali che tanto hanno contribuito al peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori si apprestano a fare accordi sulla produttività puntando sull’aumento dell’orario di lavoro settimanale e sui bassi salari. Sono tutti a difesa del profitto, della rendita, del parassitismo! Nessuno di loro affronta i nodi veri. Bassa concentrazione delle imprese, produzioni di scarso livello tecnologico con concorrenza con i Paesi emergenti, inefficienza delle leggi in materia di legalità, livello immenso di parassitismo sociale, evasione, corruzione. Basterebbe affrontare seriamente questi temi per risolvere ogni problema di spread, che viene utilizzato anch’esso per portare avanti politiche contro chi lavora e produce. Per uscire da questo labirinto bisogna che usciamo dalla prigione dell’ideologia borghese e prendiamo coscienza che gl’interessi del lavoratore non sono quelli del capitalista, del profitto e della rendita. Le facce nuove con idee vecchissime servono ancora auna volta a cercare di turlupinare la nostra intelligenza. Nuovi e vecchi generali cercano di apparire dalla nostra parte, ma operano per la parte avversa. “E’ un fatto che “ i partiti operai borghesi”, come fenomeno politico, sono già stati creati in tutti i paesi capitalistici progrediti, che senza una lotta decisa ed implacabile, su tutta la linea, contro questi partiti o, fa lo stesso, gruppi, correnti, non si può neanche parlare di lotta contro l’imperialismo, di marxismo, di movimento operaio socialista.” Lenin Il futuro è nelle nostre mani!

venerdì 12 ottobre 2012

La lingua degli schiavi...

La lingua degli schiavi della propria bocca. Ci hanno sempre detto capitalisti, politici borghesi, burocrati sindacali borghesi, pennivendoli e pugilatori a pagamento, con lingua degli schiavi al servizio della propria bocca che la democrazia rappresentava il miglior sistema per garantire la libertà, l’uguaglianza, la parità dei diritti, la fratellanza e la giustizia. Oggi che questo sistema, l’altra faccia della stessa medaglia del sistema fascista, si sta mostrando nei fatti per quello che è, i difensori del capitalismo democratico devono avere una bella faccia tosta a propagandare ancora le loro tesi e, se ancora qualcuno casca nelle loro ideologie fasulle, deve dimostrare una vera pochezza intellettiva. Gli ultimi avvenimenti da “giardino fiorito zambettante” mettono in risalto come il cittadino non conti nulla nel determinare governi e governanti. Lo stesso governo Monti ne è un esempio. I rappresentanti del cosiddetto “popolo” sono selezionati per volontà dei gruppi economici dominanti, dove vi sono con pieni “titoli finanziari” le organizzazioni delinquenziali. I rappresentanti dell’economia, della finanza, della politica, della burocrazia sindacale ed i mass-media tentano di far passare gli ultimi “scandali” come qualcosa al di fuori della morale capitalistica. Quello che accade è invece parte integrante del sistema, basato sul profitto, che è un furto legalizzato. Negli ultimi dieci anni, mentre si tagliava diritti, salari ed occupazione alla classe lavoratrice, la spesa degli enti locali è cresciuta di circa 80 miliardi di euro. Sono cresciuti i finti lavori ed i finti favori, le consulenze fasulle, le forniture gonfiate, i sussidi assurdi ed i privilegi per i “rappresentanti del popolo”. E’ aumentata l’evasione fiscale e contributiva, la corruzione, la possibilità di garanzia d’impunità. Determinati gruppi sociali si sono garantiti vantaggi enormi nella gestione dei loro affari e dei loro soldi con lo strumento della rappresentanza politica ad ogni livello, che a sua volta non è voluta rimanere a mani vuote. Tutto questo è avvenuto portando via alla classe lavoratrice centinaia di miliardi di euro, visto che la sua fetta sul P.I.L. è scesa negli ultimi quindici anni dal 42 % a meno del 25%. I soldi sottratti ai lavoratori hanno riempito le casse delle aziende ed hanno riempito le tasche del parassitismo in modo legale ed illegale. Il governo dei professori banchieri non ha affrontato il nodo dell’evasione fiscale e contributiva, della corruzione, la nuova legge è solo una foglia di fico, dell’enorme parassitismo. Ha continuato ad erodere quote di reddito alla classe lavoratrice per mantenere intatti i privilegi del profitto, della rendita, del parassitismo. Addirittura utilizza i nuovi scandali per colpire non le rendite parassitarie, ma ancora una volta la classe lavoratrice, vedi la legge di stabilità 2013. I partiti sono tutti d’accordo, anche se cercano di far sembrare alcune differenze. I burocrati sindacali che tanto hanno contribuito al peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori si apprestano a fare accordi sulla produttività puntando sull’aumento dell’orario di lavoro settimanale e sui bassi salari. Sono tutti a difesa del profitto, della rendita, del parassitismo! Nessuno di loro affronta i nodi veri. Bassa concentrazione delle imprese, produzioni di scarso livello tecnologico con concorrenza con i Paesi emergenti, inefficienza delle leggi in materia di legalità, livello immenso di parassitismo sociale, evasione, corruzione. Basterebbe affrontare seriamente questi temi per risolvere ogni problema di spread, che viene utilizzato anch’esso per portare avanti politiche contro chi lavora e produce. Per uscire da questo labirinto bisogna che usciamo dalla prigione dell’ideologia borghese e prendiamo coscienza che gl’interessi del lavoratore non sono quelli del capitalista, del profitto e della rendita. Le facce nuove con idee vecchissime servono ancora auna volta a cercare di turlupinare la nostra intelligenza. Nuovi e vecchi generali cercano di apparire dalla nostra parte, ma operano per la parte avversa. “E’ un fatto che “ i partiti operai borghesi”, come fenomeno politico, sono già stati creati in tutti i paesi capitalistici progrediti, che senza una lotta decisa ed implacabile, su tutta la linea, contro questi partiti o, fa lo stesso, gruppi, correnti, non si può neanche parlare di lotta contro l’imperialismo, di marxismo, di movimento operaio socialista.” Lenin Il futuro è nelle nostre mani!

giovedì 27 settembre 2012

Politica ed antipolitica: una farsa per turlupinare i cittadini. Si parla da alcuni anni tanto di politica ed antipolitica. Si presentano realtà inesistenti e vuote per ingannare ancora una volta i cittadini e perpetrare il dominio delle classi dominanti. La politica è l’azione per la difesa dei propri interessi di classe ed il capitale ha tutti i partiti parlamentari ed anche non parlamentari, insieme a i mass-media ed ad organizzazioni religiose, che portano avanti il suo tornaconto, camuffandolo per interessi generali. Chi fosse contro questa politica dovrebbe essere, di conseguenza, contro il sistema attuale e per il superamento delle divisioni in classe. Non è così. I cosiddetti “antipolitici” e “ rottamatori vari” propongono, giocando sulla legittima indignazione per realtà delinquenziali e corruttive, la prosecuzione del sistema capitalistico, che sia nella forma democratica, cosa poi ci sia di democratico nell’avere il governo dei professori banchieri qualcuno dovrebbe spiegarlo, sia nella forma dittatoriale perpetra un unico obiettivo: il profitto, l’estrazione di plusvalore, la divisione in classi, i bassi salari, la disoccupazione, la miseria, la povertà e la realtà di vita non vissuta per miliardi di esseri umani. In tanti casi gli antipolitici propongono o fandonie o frontiere peggiori di quelle presenti. E’ una farsa! E’ un modo per allontanare i cittadini dalla comprensione che il nocciolo del problema è nell’essenza della dimensione socio-economica in cui viviamo. E’ nei rapporti di produzione! Se non si superano questi, nulla potrà cambiare. “Noi vogliamo cambiare il mondo, per questo siamo qui. Ne’ più ricchi né più poveri, ma un mondo di eguali. Noi vogliamo un mondo d’amore, di libertà, di uguaglianza, di fratellanza, un mondo dove la vita sia bella da vivere, perché non più sottomessi al bisogno, alla sopravvivenza. E lo faremo! Lo faremo, e niente e nessuno ci potrà fermare. Le decisioni che il nuovo governo prenderà subito saranno le seguenti. La revocabilità degli eletti a qualsiasi livello in qualsiasi momento, nel caso i suoi elettori lo ritengano necessario. Stipendio per gli eletti, a qualsiasi livello, di duemila euro al mese adeguabili, nel caso di minor potere d’acquisto, ogni due mesi, così come per ogni altro lavoratore. Abolizione delle tasse, poiché l’amministrazione statale provvederà alla sua funzione e alla gestione della sanità gratuita per tutti, alla gestione della scuola gratuita per tutti, alla gestione di strade ed autostrade gratuite per tutti, e a qualsiasi incombenza utile per la vita dei cittadini, con una percentuale sui risultati di produzione. Le pensioni dovranno essere pari agli stipendi e l’età pensionabile sarà: cinquant’anni per le donne e cinquantacinque per gli uomini. Anch’esse saranno finanziate con una percentuale dei risultati del lavoro sociale. La partecipazione all’attività produttiva non potrà iniziarsi prima del compimento di diciotto anni. Durante l’attività produttiva tutti dovranno seguire corsi di conoscenza di due ore al giorno, dal lunedì al venerdì. L’attività lavorativa non potrà superare le sei ore giornaliere, dal lunedì al venerdì. Il lavoro al sabato e alla domenica sarà consentito solo ove veramente necessario per l’interesse della società o delle persone, per esempio la sanità, i trasporti, e alcune attività ricreative. Dobbiamo capovolgere la centralità dell’attività sociale, non più il profitto, il business, il denaro, ma l’essere umano, il suo benessere fisico e psichico. Tutti devono partecipare al processo produttivo… Tutti devono avere una casa… Tutte le aziende saranno di proprietà sociale… Ogni carica è elettiva e revocabile in qualsiasi momento. La nostra deve essere una vera democrazia dove il popolo governa. Noi siamo per la conoscenza, ma lasceremo che ognuno possa esprimere le sue credenze religiose, trattandole come faccende private. Ognuno sarà libero di vivere come vuole e con chi vuole… Tutto ciò che divide deve essere cancellato dalla nostra realtà, mentre dobbiamo costruire sempre più elementi di partecipazione, di unione, di interessi comuni tra tutti noi, affinchè i nostri sguardi siano pieni d’amore verso il nostro prossimo. Tutti devono sapere e rendersi conto che il mondo è cambiato, che “un nuovo mondo” è sorto e cammina spedito verso la felicità terrena, unica e sola conquistabile dagli esseri umani.” “Il caldo respiro della speranza” Giuseppe Calocero Il superamento di ogni bisogno, la conquista del cielo, sogno di ogni epoca umana era realtà. Coloro che avevano visto il passato ricordavano con terrore quell’epoca e la cancellavano subito dalla mente.Tanto era forte il crampo che prendeva lo stomaco! I nati nella nuova epoca, quando leggevano certi libri o vedevano certi film erano restii a credere che il mondo avesse visto realtà di quel tipo. Non osavano immaginare che esseri umani potessero utilizzare, come schiavi o finti liberi, altri esseri umani per avere dei miseri pezzi di carta o dei pezzi di materiale ferroso. Non osavano immaginare che tanta gente non avesse un lavoro, una casa; che tante persone non mangiassero abbastanza e altre morissero addirittura di fame ; che i bambini morissero per mancanza di cibo. Non osavano immaginare che esseri umani uccidessero altri esseri umani per motivi futili e banali; che ci fossero le guerre; che si distruggessero con le bombe tesori millenari, testimoni della storia dell’umanità; che un liquido brutto e nero fosse così importante. Non osavano immaginare che donne e uomini vendessero il loro corpo e, a volte, anche la loro anima per apparire in televisione, sui giornali; che le persone non esprimessero quello che sentivano nei cuori, ma solo quello che conveniva ai loro interessi; che un organo, chiamato Stato, imponesse tasse e decidesse sulle scelte delle persone in tema di rapporti d’amore e di vita, decidesse il giusto e l’ingiusto; che si nascondesse la conoscenza e si diffondesse l’ignoranza; che un malato dovesse pagare per essere curato; che la scuola non insegnasse sapere, ma ideologie; che un laureato non trovasse occupazione; che non si lavorasse o si lavorasse a segmenti; che l’informazione fosse solo al servizio di chi godeva del guadagno e nascondesse la verità; che chi produceva era povero e chi non produceva era ricco; che si andasse in pensione, orma,i vecchi e , dopo una vita di lavoro, fosse dura tirare avanti; che non tutti avessero una casa e che le case fossero diverse da persona a persona; che chi praticasse lo sport non lo facesse per passione e piacere, ma per denaro; che la donna non fosse ritenuta pari all’uomo e vivesse una condizione, spesso, negativa; che si dovessero pagare i trasporti e che i mezzi fossero così carenti; che gli anziani fossero abbandonati al loro destino, perché, ormai, improduttivi. Non riuscivano ad immaginare che ci fossero le armi; che ci fossero gli eserciti, la polizia, le guardie varie; che ci fossero le banche, le assicurazioni. Non riuscivano ad immaginare una politica, fatta non per le esigenze comuni, ma per gl’interessi di comitati d’affare e, anche, di bande di criminali. Non riuscivano ad immaginare che la stragrande maggioranza della popolazione, che viveva in condizioni precarie, non si ribellasse e, anzi, prendesse a modello proprio coloro, che avevano interesse a tenerli in quella situazione di sottomissione. I figli della nuova epoca non osavano credere, studiando la storia dell’umanità, che potessero essere esistiti periodi così bui e tristi per l’umanità! “ “Il dolce sapore del cielo” di Giuseppe Calocero Se ci ponessimo gli obiettivi de “Il caldo respiro della speranza” potremmo un giorno anche noi meravigliarci, come i nati della nuova epoca, che una realtà, come quella che stiamo vivendo, sia mai esistita.

giovedì 13 settembre 2012

Il sorriso in bocca ed il serpente tra le mani.

Il sorriso in bocca e il serpente tra le mani. Il profitto nel capitalismo è determinato da una quota del lavoro non pagata al produttore. E’ il plusvalore. Il lavoro è creatore di valore e la forza lavorativa ha la proprietà di generare valore. La forza lavoro dell’essere umano diventa una merce. Il lavoratore vende la sua forza lavoro al proprietario della terra, della fabbrica, degli strumenti di produzione. Nella produzione di beni chi lavora impiega una parte della giornata per coprire le spese del suo mantenimento ( il salario), l’altra parte la lavora gratuitamente, creando il plusvalore, fonte del profitto, fonte della ricchezza dei capitalisti. Costoro comprano la forza lavoro ed acquisiscono il diritto di consumarla, ossia di obbligarla a lavorare per esempio per otto ore. In quattro ore (tempo di lavoro necessario) il lavoratore produce un prodotto bastante per le sue spese di mantenimento, nelle rimanenti crea un prodotto supplementare, non pagato, ossia il plusvalore. L’aumento del plusvalore è possibile grazie a due metodi fondamentali: il prolungamento della giornata lavorativa ( plusvalore assoluto) e la riduzione della giornata di lavoro necessaria ( plusvalore relativo).Nell’analisi della produzione del plusvalore relativo vi sono tre fasi storiche basilari nell’aumento della produttività del lavoro da parte del capitalismo: cooperazione semplice, divisione del lavoro e manifattura, macchine e grande industria. Questa realtà determina i rapporti di produzione e le classi sociali, che realisticamente vengono ad avere interessi distinti e contrapposti, che solo la massiccia propaganda ideologica della classe dominante, con l’aiuto delle credenze religiose, tende a nascondere. Nell’attuale situazione, per esempio, si cerca di propagandare che “bisogna salvare l’Italia”: In Portogallo, in Grecia, in Irlanda, in Spagna diranno la stessa cosa. Ma quale Italia? Quale Grecia? Quale Portogallo? Quale Irlanda? Quale Spagna? Quella del profitto e della rendita, di cui le banche sono un centro importante. Non certamente quella del salario e dei produttori. In questi anni sono stati dati alle banche migliaia di miliardi di euro e dollari. Per chi perde il lavoro o è disoccupato spesso non ci sono neanche le briciole. La volontà ultima del governo dei professori banchieri è quella di alzare la produttività aumentando l’orario di lavoro a costo zero. Questo obiettivo va nella direzione di elevare il livello di estrazione di plusvalore e di sfruttare ulteriormente i lavoratori, senza toccare i privilegi della rendita e quindi dell’evasione ed elusione fiscale, della corruzione, del lavoro nero. D’altronde in questi mesi dell’ultimo governo, al di là della propaganda, si è andati con l’accetta solo contro i lavoratori ed i pensionati. Per le altre categorie nulla è cambiato. Si vuole aumentare l’orario di lavoro, dopo aver elevato l’età pensionabile, e ci si riempie la bocca di pseudo misure per la lotta alla disoccupazione, specialmente giovanile, facendo tornare indietro negli anni anche i cinquantenni ed i sessantenni. Questi signori hanno “il sorriso sulla bocca ed il serpente tra le mani”. Si dimentica che la minor crescita della produttività italiana, che in valore assoluto è tra i primi posti nel mondo, è dipesa e dipende in primo luogo dalle piccole dimensioni delle unità produttive, dallo scarso livello tecnologico delle stesse e delle produzioni e dalla legalità. Non ci si piega altrimenti come il salario medio di un lavoratore tedesco sia più che il doppio del collega italiano e la produttività della Germania sia superiore. Voglio ancora ricordare che le ore lavorate in Italia sono superiori a quelle della Germania ed hanno una posizione primaria nella classifica mondiale. Al contrario in Italia vi sono piccoli negozi pari alla totalità della Francia e della Germania, vi sono il doppio dei distributori di benzina, vi sono meno taxi, vi sono innumerevoli leggi, vi è più corruzione, più evasione fiscale e contributiva. La spesa pubblica, finanziata per il 90% dai lavoratori dipendenti e pensionati , per la sanità è più bassa degli altri Paesi industrializzati, così pure la spesa per l’istruzione e per le pensioni, che hanno sempre visto in attivo la cassa dei lavoratori dipendenti. In Italia sulle spalle dei lavoratori vi è il profitto e tanta rendita, che solo lo storico livello dei salari bassi fa sì che la realtà non muti. Il governo dei professori banchieri non ha sciolto i nodi storici del capitalismo italiano. Come i governi precedenti ha operato per aumentare il plusvalore estratto, senza toccare le palle al piede del sistema italiano. Difatti, nonostante le manovre, la spesa pubblica è aumentata. Voler aumentare l’orario di lavoro ha un solo obiettivo: incrementare il plusvalore estratto. In questo modo il profitto e la rendita, nonostante la congiuntura negativa potranno continuare a vivere bene. E’ un ulteriore modo, dopo la riforma delle pensioni, per accrescere i disoccupati di qualsiasi età, al di là della propaganda e delle illusioni propinate dal governo, dai partiti, dai novelli demagoghi, dai mass-media. D’altronde “l’esercito di riserva” dei disoccupati è un cardine del sistema per tenere basso il salario e negare qualsiasi diritto, anche quello della salute, vedi Ilva. Se si vuole lottare per l’occupazione bisogna porsi come obiettivo la riduzione dell’orario di lavoro, che significherebbe meno plusvalore estratto e che porterebbe ad una riduzione di parte del profitto elargito alla rendita. Se si vuole garantire un minimo di qualità della vita a tutti, bisogna lottare per il reddito minimo, già presente in Francia e Germania, ove è, addirittura, superiore in quantità al salario italiano. I sindacati, diretti da individui collegati agl’interessi dei partiti, come sempre, faranno finta di opporsi e poi svenderanno gl’interessi dei lavoratori per il bene del Paese. Ma quale Paese? Quello del profitto e della rendita. D’altronde il loro ruolo è di “governare” il malessere, fare i pompieri del capitalismo. Solo un sindacato di classe farebbe gl’interessi dei lavoratori. E’ chiaro che, se non si è per il superamento dei rapporti di produzione e delle classi, che i demagoghi siano vecchi o giovani fa poca differenza per chi è costretto a vendere la propria forza lavoro. L’emancipazione delle classi lavoratrici deve essere effettuata dalle stesse classi lavoratrici! “Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletariato, o anche tutto il proletariato, si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso è e che cosa esso sarà costretto storicamente a fare in conformità a questo suo essere… Se l’uomo è formato dalle circostanze, si devono rendere umane le circostanze. Se l’uomo è sociale per natura, egli sviluppa la sua vera natura solo nella società, e la potenza della sua natura deve trovare la sua misura non nella potenza dell’individuo singolo, ma nella potenza della società” Marx

sabato 1 settembre 2012

Il futuro è nelle nostre mani!

Il futuro è nelle nostre mani! Ogni giorno che passa vede peggiorare le condizioni di vita di coloro che per vivere devono vendere la propria forza lavoro. Ogni luogo di lavoro somiglia sempre più ad una caserma. I diritti acquisiti con dure lotte vengono vanificati. Gli stipendi sono sempre più magri. La disoccupazione cresce ed ha raggiunto livelli altissimi. Questa realtà drammatica per milioni di esseri umani non è al primo posto nell’agenda dei governanti, al di là degli spot pubblicitari. L’azione dei “comitati d’affari della borghesia” è mirata in primo luogo al salvataggio delle banche e quindi dei profitti, portando come conseguenze ancora più sfruttamento e più miseria. La forma democratica, vendutaci come la migliore per realizzare la soddisfazione dei bisogni umani, si rivela ogni giorno di più un inganno e coerente solamente con l’ottica del profitto. Sorgono nuovi “profeti” politici, che si scagliano contro i vecchi. Nessuno di essi osa mettere in discussione il modo di produzione capitalistico, vera causa della realtà drammatica di milioni di esseri umani. Sono essi stessi il prodotto di nuovi inganni per chi spera in una vita migliore. Il nodo non è tra Tizio, Caio, Sempronio o tra chi abbaia alla luna o alle stelle, ma tra produzione per la produzione, capitalismo, e produzione per il consumo. Tutti coloro che non mettono in discussione l’attuale sistema sono tutti vecchi e non porteranno nulla di nuovo per il genere umano, ma continueranno ad essere servitori di una dimensione di sfruttamento. “I rapporti sociali sono intimamente connessi alle forze produttive. Impadronendosi di nuove forze produttive, gli uomini cambiano il loro modo di produzione, la maniera di guadagnarsi la vita, cambiano tutti i rapporti sociali… Quegli stessi uomini che stabiliscono i rapporti sociali conformemente alla loro produttività materiale, producono anche i principi, le idee, le categorie, conformemente ai loro rapporti sociali” Marx Chi parla di “eterne e naturali istituzioni” della società borghese, come gli economisti, è paragonabile ai teologi , per i quali la propria religione è una rivelazione di Dio, mentre ogni altra religione è un’invenzione umana. La disoccupazione, la povertà, le disuguaglianze sono condizioni necessarie della vita nel capitalismo, poiché da esse viene determinato il profitto del capitale. Questa realtà non è riformabile lasciando intatto il modo di produzione. Chi dice il contrario o ignora la realtà o è in malafede, sapendo di esserlo. Il sistema economico non è un’ insieme di astratti ragionamenti, ma un complesso di fatti. Chi parla di riformare, lasciando intatto il sistema di produzione, che la classe dominante si è costruito, attraverso i secoli, con fatica, con la violenza, con l’astuzia, con l’ingegno, con la scienza, l’attuale realtà economico-sociale per far posto ad una maggiore giustizia sociale, ad una più presente uguaglianza, ad un’avvertita libertà, magari nel rispetto dell’ambiente, è preda dell’assurdo. Chiedere allo Stato borghese, scudo del sistema, di garantire tutte le classi sociali è cadere nell’illogico. La storia non ammette l’errata corrige senza fondamentale mutazione della struttura elementare e generale della società stessa. Dobbiamo convincerci che l’unico modo per avere la possibilità di vivere la vita in tutta la sua bellezza è nel superamento del capitalismo e del suo modo di produzione. E’ vero. I partiti borghesi sono tutti uguali, poiché tutti sono a difesa dello “statu quo” e del profitto, aiutati dalla burocrazia sindacale e da ideologie di ogni tipo. Questo non vuol dire però che nulla si può fare. Ci si può e si deve lavorare per organizzarsi per lottare oggi per la difesa minima degl’interessi della classe lavoratrice, domani per instaurare un “mondo nuovo”, in cui la produzione sia per il benessere di tutti e non di pochi.

domenica 3 giugno 2012

La fine delle illusioni del capitalismo. Il capitalismo nelle sue varie forme sta facendo strage delle illusioni seminate da se stesso con i suoi “pugilatori a pagamento” pseudo esperti economici, politici, sindacali, informativi, religiosi. Il mondo di pace, di benessere totale, di uguaglianza, fratellanza, libertà propagandato si rivela ogni giorno di più una realtà di guerre senza e con le armi, di miseria, di disuguaglianza, di disunione, di asservimento. I ricchi, pochi, divengono sempre più ricchi, ed i poveri, tanti, sempre più poveri. Miliardi di persone, anche nei Paesi, cosiddetti sviluppati, soffrono la povertà e la fame. Il capitalismo nello sviluppo storico delle forze produttive e dell’umanità ha terminata la sua spinta propulsiva ed è divenuto freno alla crescita del genere umano. “ Ci si prostra dinnanzi a nomi vuoti e si nega la realtà, ci si chiude gli occhi di fronte ad essa, ci si rifiuta di riconoscere quel che esiste realmente, quel che si è prodotto con le proprie mani; si mente a se stessi e si adopera un linguaggio convenzionale di categorie fittizie, ciascuna delle quali è una diffamazione della realtà, ci si aggrappa angosciosamente a vuote astrazioni per non dover confessare a se stessi che nella vita e nella prassi le cose stanno ben diversamente.” Tutte le Costituzioni borghesi, tutte le “dichiarazioni” e tutta l’opinione pubblica costituzionale non sono altro che una grande menzogna, che viene confermata e occultata sempre di nuovo da una quantità di altre menzogne minori allorchè essa si rivela qua e là nella sua vera natura con troppa chiarezza. E persino quando ci si convince che tutti questi artifizi non sono che vane falsità e finzioni ci si ostina a non volersene distaccare, anzi ci si aggrappa ad esse più saldamente che mai affinchè quelle parole vuote, quelle lettere messe insieme senza criterio non si dissolvano, poiché queste parole sono appunto i cardini del mondo capitalistico e, se crollassero, il sistema rovinerebbe nello sfacelo e sarebbe nudo di fronte agli occhi dell’umanità. Bisogna nella coscienza economica, sociale, politica sgombrare il campo dalle ideologie e dalle falsità e soffermarsi sulla realtà. Essa vede massacrare il diritto di ogni essere umano a vivere con dignità ed a soddisfare i propri bisogni materiali e spirituali in nome del profitto del capitale, il vero dio dell’universo. E’ necessario comprendere che lo scontro è tra produzione per la produzione, e quindi per il profitto, e produzione per il consumo, e di conseguenza per le necessità del genere umano. Qualsiasi essere umano, partito politico, sindacato che non si pone l’obiettivo di una nuova realtà economico-sociale nel senso del superamento del profitto non sarà mai per il bene comune, ma per l’interesse di singole categorie sociali. Accettare l’ottica del profitto è ammettere le disuguaglianze sociali, il conflitto sociale, l’asservimento di chi per vivere è costretto a vendere le proprie braccia ed il proprio cervello. Per questi ultimi vuol dire vivere in una dimensione sociale ove il presente ed il futuro, costante, sia incerto sempre, la libertà una parola vuota, come l’uguaglianza, la fratellanza, la giustizia. “Il concetto della proprietà privata ci ha reso talmente ottusi e limitati che un oggetto è nostro solo quando l’abbiamo, quando, dunque, esiste per noi come capitale, o è immediatamente posseduto, mangiato, bevuto portato nel nostro corpo, abitato, in breve utilizzato. Sebbene la proprietà privata comprenda tutte queste immediate realizzazioni del possesso soltanto come mezzi di vita, la vita, cui servono come mezzi, è la vita della proprietà privata, il lavoro e la capitalizzazione. Tutti i sensi, fisici e spirituali, sono stati quindi sostituiti dalla semplice alienazione di essi tutti, dal senso dell’avere. A questa assoluta povertà doveva ridursi l’essere umano per produrre alla luce la sua intima ricchezza…” Il concetto dell’avere è patrimonio di tanti esseri umani nel capitalismo, anche quando, in maggioranza, non hanno. La produzione per il consumo porta tutti ad avere tutto. Ogni cosa disponibile per il benessere di ogni persona. Non esiste più il pensiero di avere, ma si ha. In questo modo si ha l’emancipazione di tutti i sensi umani e di tutte le qualità umane.” L’essere umano si appropria così della sua essenza universale in maniera universale, dunque in quanto uomo totale. Ognuno dei suoi umani rapporti col mondo, il vedere, l’udire, il sentire, il volere, l’agire, il toccare, il pensare, l’intuire, l’odorare, il gustare, l’amare, in breve tutti gli organi della sua individualità, come organi che, nella loro forma, sono immediatamente organi sociali, sono, nel loro comportamento oggettivo, ossia nel loro rapporto all’oggetto, l’appropriazione della realtà umana, il loro rapporto all’oggetto è la manifestazione della realtà umana.” “Il comunismo in quanto soppressione effettiva della proprietà privata quale autoalienazione dell’uomo’ e però in quanto tale appropriazione dell’umana essenza da parte dell’uomo e per l’uomo; e in quanto ritorno completo, consapevole, compiuto conservando tutta la ricchezza dello sviluppo precedente , dell’uomo per se quale uomo sociale, cioè uomo umano. Questo comunismo è in quanto compiuto naturalismo, umanismo. Esso è la verace soluzione del contrasto dell’uomo con la natura e con l’uomo, la verace soluzione del conflitto tra essenza ed esistenza, fra oggettivazione ed affermazione soggettiva, fra libertà e necessità, fra individuo e genere. E’ il risolto enigma della storia e si sa come tale soluzione.” K. Marx

giovedì 26 aprile 2012

Il coraggio

L’uomo mediocre, il cosiddetto uomo medio, è la persona di cui stiamo discutendo. Quest’uomo ha così poca stima di se stesso da non poter credere nel suo pensiero, nella sua opinione. Questo individuo è controllato dalla massa ed accetta tutto ciò che gli dicono ed alla fine diventa parte della massa. Quest’uomo ha un atteggiamento positivo solo per quel momento in cui è a contatto con persone positive, ma nello stesso tempo in cui viene lasciato solo, ripiomba in ginocchio nei suoi pensieri negativi. Questo è l’uomo che tradisce se stesso e tutto ciò che pensa e sente per paura. Egli ha timore di ciò che il suo vicino pensa di lui. Rimarrà in piedi finchè l’autobus è pieno, ma non appena giunge al capolinea e tutti scendono, segue la massa e ripiomba nel buio più fitto della sua mediocrità. Egli è colui che segue a stento, non colui che guida. E’ colui che nasconde e trafuga vergognosamente le sue azioni sotto la cappa della nobiltà, dato che la sua disonestà gli impedisce di alzare gli occhi per affrontare la verità e la realtà. L’uomo forte cerca circostanze che servano ai suoi bisogni e desideri. Se voi siete un uomo di circostanze, la medicina per questa malattia è “Il coraggio”. “Il coraggio” è la più bella qualità che l’essere umano possieda. “Il coraggio” è un atto di forza contro la paura. Noi abbiamo bisogno di coraggio soltanto quando abbiamo paura, il che significa che abbiamo bisogno di coraggio quasi sempre, perché sempre abbiamo timore di qualcosa. La paura teme se stessa di fronte al coraggio! Affronta le tue paure e continua a farlo finchè scompaiono e solo allora diventerai padrone di te stesso e del tuo futuro!”

venerdì 30 marzo 2012

Capitalismo: inferno per l'umanità.

Il capitalismo: un inferno per l’umanità.
Su “La Repubblica” del 25.03.2012 il professor Alessandro Penati ha posto al governo una questione di enorme importanza per i cittadini. Lo Stato italiano ha dovuto rimborsare 2.6 miliardi di euro alla Morgan Stanley, causa una perdita di un derivato. Il sottosegretario, in risposta ad una interpellanza dell’on. Borghesi, ha chiarito che l’esposizione della pubblica amministrazione nello strumento finanziario di cui sopra ammonta a 160 miliardi di euro. Questo avviene mentre si chiedono enormi sacrifici ai lavoratori ed ai pensionati con la riforma pensionistica e del mercato del lavoro, miranti a recuperare denaro per le imprese e lo Stato ed ad avere più facilità nei licenziamenti, più bassa tutela nei periodi di disoccupazione, precarietà sempre presente.
L’assoggettamento delle lavoratrici e dei lavoratori di ogni età al carro del profitto è ancora una volta in Italia il modo per cercare di aumentare la produttività generale senza toccare lo spreco parassitario della spesa pubblica, senza colpire la piccola borghesia protetta dall’evasione, senza una vera lotta alla corruzione, al lavoro nero, all’evasione contributiva delle imprese.
Le manovre del governo Montusconi, Berlusconi e Monti sono due facce della stessa medaglia, non hanno colpito per nulla i veri nodi che frenano l’incremento della produttività in Italia.
Montusconi , al di là della propaganda, esemplare è la fandonia dei complimenti al presidente del consiglio nel discorso di Obama, si pone sulla scia dei vari governi succedutisi nel “Bel Paese” nel non intaccare i privilegi delle varie consorterie, protette dall’interclassismo parlamentare , presente pure nei vertici sindacali.
I lavoratori, ancora una volta, devono farsi carico di mantenere nel lusso e nei privilegi chi vive di profitto e rendita e le cucce improduttive.
Tutto ciò mentre cresce la disoccupazione e la povertà e la disperazione porta esseri umani a gesti estremi.
“Lo vogliono i mercati” è diventato uno slogan per triturare tutto e tutti. Questa frase corrisponde a “Lo vuole il profitto”. I mercati infatti non sono altro che coloro che investono soldi per fare altri soldi. Il profitto finanziario e quello industriale sono uniti nel chiedere mano libera nell’uso della forza lavoro e più sfruttamento dei lavoratori.
Solo chi è per il profitto, chi è servo di essa, chi non ha coscienza della realtà, anche per colpa della propaganda borghese, può ancora credere alla favola della democrazia e del capitalismo come sistema sociale migliore.
Il sistema del capitale significa sfruttamento, miseria, morte, guerre, ed oggi questo appare sempre più in chiaro.
E’ inutile sperare in momenti migliori se chi lavora non si carica sulle sue spalle il suo futuro e lotta per conquistarlo.
Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia.
Il grido di battaglia è libertà dai bisogni, giustizia sociale, uguaglianza, fratellanza.
“Tutto in comune!”

martedì 21 febbraio 2012

Gl'ipocriti pugilatori al servizio del profitto.

Gl’ipocriti pugilatori al servizio del profitto.
“Là giù trovammo una gente dipinta
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca e vinta.
Elli avean cappe con cappucci bassi
Dinanzi a li occhi, fatte de la taglia
Che in Clugnì per li monaci fassi.
Di fuor dorate son sì ch’elli abbaglia;
ma dentro tutte piombo e gravi tanto,
he Federigo le mettea di paglia.
Oh in eterno faticoso manto!”
La divina commedia. Inferno. Dante Alighieri.
Così descrive il sommo poeta gl’ipocriti e la loro pena nella sesta bolgia dell’Inferno. Essi camminano eternamente gravati da cappe di piombo.
Questa è una categoria d’individui tra le più odiose e pericolose, che operano in spregio all’umanità, alla dignità del genere umano, in assoluto asservimento ai propri interessi o della loro casta.
Nel capitalismo, al di là dell’enorme inflazione delle parole amore, fratellanza, libertà, giustizia, equità, questo sentimento e questo agire è parte integrante del sistema.
D’altronde se il capitalismo è un furto legalizzato, essendo i produttori espropriati dei beni da loro prodotti, non vi può essere meraviglia di fronte all’ipocrisia più sfrenata.
I giorni che stiamo vivendo sono una vetrina di questo odioso male.
La riforma della previdenza, che manda in pensione le lavoratrici ed i lavoratori a 70 anni, viene presentata come elemento determinante per agevolare i giovani nella ricerca di un’occupazione. Realtà fantascientifica, oltre che assurda, visto che, semmai , allontana ancora di più chi non lavora dal lavoro.
Se si vuole veramente pensare ai disoccupati, distinguere tra giovani ed anziani è fuorviante, visto che coloro che non lavorano oltre i 45 anni sono la stessa percentuale di quelli tra i 16 ed i 32 anni, bisogna abbassare l’età pensionabile, non dimenticando che l’assegno pensionistico è pagato con i contributi dei lavoratori e che i soli interessi nella vita lavorativa fanno maturare la pensione.
L’abolizione dell’art.18 e la possibilità di licenziare, nell’ottica di pensare ai giovani e superare il precariato, è un altro elemento di grande ipocrisia, poiché, rendendo tutti precari, si vuole solo avere alle dipendenze non lavoratori, ma schiavi.
Se si vuol tenere in conto “il lavoro buono” la prima azione da fare sarebbe abolire la legge 30 e con essa ogni forma di precariato, la seconda allargare la platea dell’art.18, la terza ridurre l’orario di lavoro.
Anche il superamento della casa integrazione straordinaria rientra nel battage pubblicitario ipocrita d’indebolimento dei diritti dei lavoratori, tenendo conto che questa è finanziata con contributi delle imprese e degli stessi lavoratori. Lo si fa per non lasciare alcuno per strada dicono. Che baggianate!
Se si desidera veramente difendere chi lavora dalle situazioni critiche del capitalismo bisognerebbe istituire il reddito garantito.
Il governo Monti, frutto della campagna sullo spread dei potentati economici, viene rappresentato come nuovo e diverso. Nei fatti sta portando avanti gli obiettivi del governo Berlusconi, senza mai toccare gl’interessi di quest’ultimo.
Montusconi è un “pugilatore del profitto” e, al di là della nebbia pubblicitaria che lo accompagna, colpisce solo il lavoro dipendente e fasce minime della rendita.
Quando si muove contro i lavoratori fa l’arrosto, quando lo fa verso altre categorie si vede solo fumo.
Credono i signori del profitto di poterci turlupinare nel modo più bieco utilizzando le armi della propaganda, sarà la coscienza critica del movimento operaio a liberare il genere umano dall’ipocrisia, dagl’inganni, dai sorprusi, dalle prevaricazioni, dallo sfruttamento. Sarà la storia a portarci oltre il profitto e le miserie del capitalismo!

martedì 31 gennaio 2012

I pugilatori a pagamento ed i fatti con la testa dura.

I “pugilatori a pagamento “ ed i fatti con la testa dura.
Negli anni 90 del secolo scorso si dibatteva molto sullo sblocco del mercato del lavoro in entrata, che, secondo “i pugilatori a pagamento”, economisti, giornalisti, politici, individui del sindacato al servizio del profitto, bloccava lo sviluppo dell’occupazione. Tra la fine di quel decennio e l’inizio del nuovo secolo abbiamo visto l’ufficio di collocamento perdere la sua funzione, crescere innumerevoli agenzie interinali, nuove forme di caporalato, affacciarsi nella legislatura del lavoro nuove tipologie di contratti, nel nome della flessibilità, che certificavano una precarietà diffusa.
Queste novità, unite alla storica realtà di stipendi bassi del capitalismo italiano, miravano, in ultima istanza, a rendere competitive le merci italiane di quei settori maturi, tessile, calzaturiero, che si trovavano a competere con le produzioni dei Paesi in via di sviluppo, non potendo l’Italia concorrere, se non in rari casi, nei settori a più alto contenuto tecnologico, ormai inesistenti nel “bel Paese”.
Con l’affacciarsi del nuovo decennio quella scelta politico-economica, che ottimi risultati ha prodotto per il profitto e misere realtà per i lavoratori, nonostante le roboanti promesse elettorali dei governanti, non dimostra di poter essere efficace per affrontare il futuro del capitalismo italiano.
S’impongono nuove decisioni che portino l’Italia ad essere appetibile negl’investimenti esteri. Il coniglio del governo Monti, degna prosecuzione del gabinetto di Berlusconi-Bossi è rendere facili i licenziamenti, che si uniscono ad una contrattazione aziendale ed a norme di leggi a favore delle imprese.
Il governo, dopo aver allungato l’età pensionabile, ricordiamo che le pensioni sono frutto dei versamenti dei lavoratori e delle aziende e non di regalie dello Stato, vuole in sintesi rendere facili i licenziamenti, ponendo come scusa la volontà di venire incontro alle nuove generazioni. Anche sulle pensioni si è usata questa ideologia, ma basta essere minimamente dotati d’intelligenza per comprendere che non si avvantaggiano i giovani mandando i padri ed i nonni in pensione più tardi, ammesso che ci arrivino, e rendendo più accessibili i licenziamenti.
L’Ocse nei giorni scorsi ha certificato che il grado di licenziabilità in Italia ( indice1.77) è al di sotto della media mondiale (2.11). Nei Paesi in cui è più difficile licenziare vi è la Germania (3.0) e i Paesi del Nord Europa. Nella stessa Cina, con una legge del 2008, i licenziamenti possono avvenire solo se vi è un giustificato motivo e sono vietati se un lavoratore è dipendente da almeno 15 anni nella stessa azienda e gli manchino meno di 5 anni alla pensione.
Il WIRU( World investement report unctad) calcola che gl’investimenti internazionali, nel triennio 2008-2010, siano andati all’Europa per 1138 miliardi di dollari, per 686 agli U.s.a., per 1039 all’intera Asia, Cina ed India comprese.
Degl’investimenti nel vecchio continente solo 18 miliardi sono andati all’Italia, 132 in Francia, 112 in Spagna, 90 in Germania, 228 in Belgio, 208 in UK, 52, in Svezia, 40 in Polonia.
Questi dati dimostrano che non è vero che i capitali vadano dove vi siano poche regole, bassi costi e mercati in espansione.
Chi investe chiede bassa pressione fiscale, certezza del diritto, di non dover sottostare a criteri corruttivi e malavitosi, trasparenza nel rapporto con lo Stato, mercato dei capitali e sistema bancario efficiente. Desidera anche flessibilità nel lavoro, ma non realtà da padroni delle ferriere, proprio di un capitalismo arretrato.
Non dimentichiamo che in Germania, la locomotiva d’Europa, gli stipendi sono il doppio di quelli italiani, gli aumenti contrattuali sono stati sostanziosi, negli ultimi anni le imprese si sono accollati gli eventuali esuberi, c’è il reddito minimo garantito e la legge prevede che il licenziamento senza giusta causa sia illegittimo e debba essere risarcito con il reintegro sul posto di lavoro.
E allora di cosa parla la Fornero? In Italia per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti non esiste l’art. 18. Anche in queste realtà si assume per il 70% con contratti precari e non con contratti stabili. Inoltre non risulta che sia cresciuta l’occupazione.
Poter licenziare per poter aumentare l’occupazione è una balla colossale, che solo chi è dotato di pochezza intellettiva può trangugiare. Certo il fatto che in passato altre balle di questo tipo siano state bevute, tipo quella di abolire la scala mobile per difendere il poter d’acquisto dei salari, dimostra che la propaganda de “i pugilatori a pagamento” ottiene risultati.
Rendere facili i licenziamenti serve solo a poter assoggettare ancora di più i lavoratori alla schiavitù del profitto e a fare loro accettare qualsiasi condizione pur di sopravvivere. Il governo Monti, al servizio del profitto, fa solo fumo quando deve toccare altre classi, vedi evasione ed elusione fiscale e contributiva, cuoce l’arrosto colpendo i lavoratori ed i pensionati.
E’ sempre più chiaro per chi voglia prendere coscienza della realtà e non vivere nel mondo dei balocchi che questo sistema non è per l’essere umano, ma contro lo sviluppo spirituale, materiale ed intellettuale del genere umano.
“Per trasformare la proprietà privata e spezzettata, oggetto del lavoro individuale, in proprietà capitalista, occorsero naturalmente più tempo, sforzi e sofferenze di quanto non ne esigerà la metamorfosi in proprietà sociale della proprietà capitalista, che di fatto si basa già su un modo di produzione collettivo.
Là si trattava della espropriazione della massa da parte di alcuni espropriatori; qui si tratta dell’espropriazione di alcuni usurpatori da parte della massa.”
K- Marx
Il futuro è in una società senza classi!

giovedì 5 gennaio 2012

Le ideologie della democrazia...

Le ideologie della democrazia annullate dall’interesse del mercato.
Ci hanno propinato per decenni l’ideologia della democrazia come sistema economico-sociale in cui l’essere umano realizza se stesso e la sua vita. Nonostante le disparità di esistenza, le disuguaglianze, le ingiustizie, la disoccupazione sempre presente, la schiavitù al profitto, i borghesi, i loro rappresentanti, i pennivendoli, travestiti da oracoli, non hanno mai smesso di magnificare il sistema democratico come la realtà migliore per la realizzazione dell’umanità e dei suoi bisogni.
Mentre assistevamo all’apologia della democrazia e del capitalismo, di pari passo ci veniva presentato il comunismo simile al fascismo, l’altra faccia della medaglia capitalistica. Si portavano e si portano ad esempio l’Unione sovietica, Cuba, la Cina ed altri Paesi. Tutte situazioni dominate dal capitalismo, nella forma statale, che nulla avevano ed hanno da spartire con la dottrina comunista, ma che andavano bene e vanno bene per screditare la scienza della forma economico-sociale che sarà l’ultima tappa dell’umanità.
La dottrina comunista nella sua forma scientifica si è affermata da circa un secolo e mezzo, pur esistendo, poiché è figlia del capitalismo e delle sue contraddizioni, da molto prima nella forma utopista.
Non si è mai concretizzata in alcun Paese. Vi sono stati nella storia innumerevoli tentativi di giungere al superamento del capitalismo. La Comune di Parigi fu un’esperienza grandiosa, ma fu stroncata nel sangue. La rivoluzione d’ottobre in Russia è stata un’esperienza meravigliosa nell’ottica di anticipare la storia, ma la controrivoluzione staliniana, borghese, ne tarpò le ali, insanguinandole con l’uccisione di tanti rivoluzionari.
I mass-media della borghesia camuffano il capitalismo di Stato, ove regnano i rapporti di produzione come nella forma liberale e democratica, con il comunismo.
Dimenticano di dire che comunismo vuol dire abolire i rapporti di produzione, abolire le classi, mettere tutto in comune, la terra, le fabbriche , il lavoro.
“Da ognuno secondo le sua capacità, ad ognuno secondo le sue necessità” è l’obiettivo della nuova società.
Tutte le ideologie sulla democrazia, su una testa un voto, sulla volontà popolare che determina il proprio governo stanno cadendo nell’ultimo periodo. I governi sono insediati dal mercato, ovvero dall’interesse del profitto, vedi Spagna, Grecia, Portogallo, Italia, non dai cittadini. I nuovi governanti, usando il terrore ed i ricatti, colpiscono i lavoratori, i pensionati, i disoccupati nella riduzione del reddito, nell’eliminazione di diritti, nell’accrescere la disoccupazione, nell’aumentare lo sfruttamento. Tutti coloro che sono stati e sono per il profitto, esulando da fantasiose etichette di destra, centro, sinistra, si schierano per il loro dio in terra. I sindacati, guidati da propaggini dei partiti, nonostante sia un nostro strumento basilare nella lotta per la difesa del salario, del lavoro, dei diritti, gridano alla luna, ma nulla in concreto attuano.
I veli stanno cadendo ed il re è nudo. Tutta la sua bruttezza, la sua crudeltà, il suo agire vampiresco appare chiaro a chi ha gli occhi per vedere e le orecchie per sentire.
La democrazia è un inganno!
Il capitalismo è un furto legalizzato!
Da sempre il sistema chiede sacrifici per i figli ed intanto peggiora le condizioni di lavoro e di vita.
Lo sanno bene le generazioni degli anni cinquanta, degli anni sessanta, degli anni settanta, degli anni ottanta e novanta.
I figli sono diventati bisnonni, nonni, padri, ma continuano a sentire la solita litania.
Basta!
Non vogliamo più essere presi in giro, neanche da un gruppo di professori, da sempre inseriti nei gangli del sistema che si comportano come i Fanfani, gli Andreotti, i Spadolini, gli Amato, i D’alema, i Berlusconi, i Prodi.
Il loro obiettivo è estrarre più plusvalore alla classe lavoratrice e lo stanno facendo con cura e disarmante ferocia.
Organizzare la resistenza all’attacco della borghesia e lottare per costruire un futuro comunista è l’unica via d’uscita!