sabato 4 giugno 2011

L'avvenire è nel presente!

L’avvenire nel presente!

Il fattore elementare nella legge dello sviluppo della storia umana, al di là degli orpelli ideologici, è che gli esseri umani “devono innanzi tutto mangiare, bere, avere un tetto e vestirsi, prima di occuparsi di politica, di scienza, d’arte, di religione; e che, per conseguenza, la produzione dei mezzi materiali immediati di esistenza e, con essa, il grado di sviluppo economico di un popolo e di un’epoca in ogni momento determinato costituiscono la base sulla quale si sviluppano le istituzioni statali, le concezioni giuridiche, l’arte ed anche le idee religiose degli uomini, e, partendo dalla quale esse devono venir spiegate e non inversamente”.
Il sogno di ogni essere umano è poter soddisfare questi bisogni materiali e spirituali.
Il capitalismo, affermatosi lordo di sangue, come ogni epoca storica, fin dai suoi albori, si è presentato come un sistema in grado di dare libertà, uguaglianza, fraternità, lasciando poi nei fatti solo enunciazione e niente sostanza.
Sono trascorsi più di due secoli ed ogni giorno di più appare chiaro che questa realtà economico-sociale, che si basa sull’estrazione del plusvalore e sul profitto, non garantirà mai al genere umano la soddisfazione delle sue necessità.
Le “teste vuote” della politica, della stampa, della televisione, del mondo economico, che tendono a mettere sul piedistallo della storia il capitalismo, sono solo al suo servizio o dell’opportunismo.
La realtà mostra quanti esseri umani soffrano la fame o siano sottoalimentati, quanti, pur avendo un lavoro, facciano fatica a tirare avanti, quanti siano costretti alla disoccupazione, quanta differenza vi sia tra i ricchi ed i poveri.
Per uscire fuori da questo inferno non vi sono mezze misure. Bisogna superare il plusvalore ed il profitto ed indirizzare la produzione non per la produzione, ma per il consumo.
Il nodo che differenzia chi vuole il bene dell’umanità e chi vuole far bene solo agl’interessi del capitale è tutto qua.
I primi vogliono una società senza classi, dove ognuno”possa dare secondo le sue capacità e ricevere secondo i suoi bisogni”; i secondi, al di là delle differenziazioni, vogliono mantenere lo “statu quo”.
Ne consegue che la classe lavoratrice debba valutare le varie proposte politiche con questo metro per portare avanti i suoi interessi, altrimenti rischia di cadere nella lotta tra le varie frazioni borghesi, tutte d’accordo nello sfruttare al massimo chi lavora e nell’estrarre più plusvalore possibile.
La nostra vittoria vi sarà quando supereremo l’attuale sistema e potremo costruire una realtà economico-sociale in cui l’essere umano sia al centro di ogni attività produttiva e sociale.
L’attuale realtà si basa già su un modo di produzione collettivo, anche se l’appropriazione è oligarchica.
Si tratta di rendere anche l’appropriazione collettiva.
L’avvenire è nel presente!
La produzione è sociale, i risultati di essa sono di pochi.
Basterebbe espropriare questi usurpatori per avere una nuova società ed un mondo nuovo.
Non vi sono altre strade per uscire dalle prigioni del capitale!
“ Quando ci si parla di morale, noi diciamo: per un comunista la morale è tutta in questa disciplina compatta e solidale e nella lotta di massa cosciente contro gli sfruttatori.
Non crediamo nella morale eterna e smascheriamo ogni specie di favole ingannatrici sulla morale. La morale deve servire a elevare la società umana, a liberarci dallo sfruttamento del lavoro…
Alla base della morale comunista sta la lotta per consolidare il comunismo e portarlo a compimento.”
Lenin
Lottare per l’essere umano e la soddisfazione dei suoi bisogni, la libertà, la fratellanza, l’uguaglianza, la giustizia, la pace, il rispetto della natura è lottare per il comunismo!