domenica 26 dicembre 2010

L'accordo Fiat...

L’accordo Fiat mostra l’essenza della democrazia borghese.
L’accordo Fiat del 22.12.2010, non firmato dalla Fiom, prevede l’asservimento completo della forza lavoro alle esigenze del capitale e del profitto. L’essere umano al servizio della tecnologia e non il contrario.Viene abolito il contratto nazionale ed aziendale ed è accettato dai sindacati firmatari un “ordine di servizio dell’azienda”, che taglia diritti contrattuali e legali.
Viene aumentato il tempo di lavoro, la gestione dell’orario è in assoluta sinergia con le esigenze aziendali, si riducono le pause, non si pagano i primi due giorni di malattia, si legano parti di salario alla presenza. Il testo concordato prevede poi che possano svolgere attività sindacale solo le organizzazioni firmatarie dell’accordo, che nominano i loro rappresentanti sindacali. I lavoratori , secondo l’accordo, non possono scegliersi i loro rappresentanti ed il loro sindacato.
L’art. 14 della legge n.300 del 1970 così recita:
” Il diritto di costituire associazioni sindacali, di aderirvi e di svolgere attività sindacale, è garantito a tutti lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro.”
L’art.15 dice:
” E’ nullo qualsiasi patto od atto diretto a
a) subordinare l’occupazione di un lavoratore alla condizione che aderisca o non aderisca ad un’associazione sindacale ovvero cessi di farne parte.”
L’art. 19, richiamato nell’accordo prevede:” Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell’ambito:
a) delle associazioni aderenti alle confederazioni maggiormente rappresentative sul piano nazionale;
b) delle associazioni sindacali, non affiliate alle predette confederazioni, che siano firmatarie di contratti collettivi nazionali o provinciali di lavoro applicati nell’unità produttiva.
Nell’ambito di aziende con più unità produttive le rappresentanze sindacali possono istruire organi di coordinamento.”
(Con D.P.R. 28.07.1995, n. 312, in seguito a referendum, è stato abrogato l’art. 19 primo comma lettera a e primo comma lettera b, limitatamente alle parole “ non affiliate alle predette confederazioni” ed alle parole “nazionali e provinciali”.)
L’art. 39 della costituzione italiana recita:
” L’organizzazione sindacale è libera.
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme stabilite dalla legge…”
Appare chiaro che legalmente l’accordo firmato contrasta con le norme di legge e della costituzione e, di conseguenza, non ha valenza legale. Ancora una volta si dimostra che nella democrazia borghese la libertà, , la legge, il rispetto per la dignità umana esiste solo a parole e solo quando serve al profitto. Il lavoratore dovrebbe accettare di non potersi liberamente associare ad un’organizzazione sindacale, di non scegliere i suoi rappresentanti ed il tutto in contrasto con le leggi. Il lavoratore dovrebbe accettare di essere più schiavo e più macchina di quanto non sia , accettando perdita di diritti e peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita, sotto il ricatto dell’investimento si o no. Non si sono mosse campagne di stampa nè partiti ed associazioni per questo attacco della Fiat, insieme a Cisl, Uil ed altri figuranti sindacali, alla libertà ed alla democrazia verso la classe lavoratrice. Alcuni hanno parlato di futuro. E’ un ritorno al passato, ad un secolo e mezzo fa. Il futuro per i cartoni animati della politica, del sindacato, delle aziende, dei mass-media è poter sfruttare la classe operaia come agli albori del capitalismo. Il comunismo, non le illusioni parlamentari, è l’unica strada per una società vera e nuova. Il capitalismo mostra sempre più la sua vera natura di sfruttamento , guerre, miseria, fame.
Questo sistema non è riformabile!

“Il grido di battaglia non è affatto tra monarchia o repubblica,
ma tra dominio della classe operaia o dominio della borghesia.”
Marx

lunedì 6 dicembre 2010

"La fame da lupo"

“La fame da lupo” per una società nuova.
La produzione nel mondo è il doppio delle necessità materiali dell’intera umanità. Già oggi, se vi fosse una società comunista, ogni essere umano potrebbe vivere senza subire il ricatto della soddisfazione dei bisogni. Invece i dati riportano che nell’intero pianeta più di un miliardo di persone non sono alimentate abbastanza ed ogni anno muoiono milioni di esse per fame.
Una società che non soddisfa i bisogni primari e porta alla morte per inedia non può dirsi società!
E’ un sistema che mette al centro il profitto e lo sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano e che rende schiava delle necessità gran parte della popolazione mondiale.
Il capitale per rivitalizzarsi ogni giorno cerca di sfruttare sempre più le masse lavoratrici e chiede di tornare a rapporti di lavoro simili ad un secolo e mezzo fa, in Italia il caso Fiat docet.
I partiti parlamentari di ogni colore non si oppongono a questa nera e cruda realtà. I sindacati, al traino dei partiti, nei fatti sono sempre più a rimorchio delle esigenze del capitale.
I posti di lavoro vengono tagliati, i salari e le pensioni abbassati, le condizioni di lavoro e di vita peggiorate, i servizi sociali, scuola, sanità, trasporti, finanziati con i soldi dei lavoratori, gli unici a pagare le tasse per intero, diventano un miraggio. Il capitale, usando pennivendoli, videolettori di notizie, rotocalchi vari cerca di sviare l’attenzione sull’omofobia, il razzismo,l’egoismo.
Questo realtà non è per l’umanità!
Gli esseri umani per definirsi veramente tali devono vivere e nella vita è insito il soddisfacimento dei bisogni materiali e spirituali.
Non c’è libertà con la pancia e la mente vuote!
“ Ma la democrazia pura e semplice è incapace di sanare i mali sociali. L’eguaglianza democratica è una chimera. La lotta dei poveri contro i ricchi non può essere combattuta sul terreno della democrazia o della politica.
Anche questo grado è dunque solo uno stadio transitorio, l’ultimo mezzo puramente politico che ancora deve essere sperimentato e dal quale deve subito svilupparsi un nuovo elemento, un principio che oltrepassa la politica. Questo principio è il socialismo.
Lineamenti di una critica dell’economia politica
F. Engels
La classe lavoratrice deve comprendere, acquisendo coscienza, che seguire un partito borghese od un altro significa solo schierarsi per una frazione della borghesia o un’altra, mai per i propri interessi.
Per lottare per le sue esigenze chi vive di lavoro deve uscire dal circolo vizioso di destra, sinistra, centro, rottamatori, che vogliono residuare la classe lavoratrice, governo del fare finta, governo tecnico, governo di transizione, governo di responsabilità ed abbracciare in prima persona la propria causa, che deve mirare a difendere diritti, lavoro, salari, servizi sociali nell’immediato ed a superare questa dimensione economico-sociale nello storico.
C’è molto da fare! Altro che non c’è più niente da fare!
Chi propaganda la seconda sensazione vuole che le lavoratrici ed i lavoratori facciano poco per loro stessi e molto, lasciando fare a loro, per il capitale.
“La fame da lupo” della classe lavoratrice, che ogni giorno nel mondo produttivo e nella società viene asservita, umiliata, colpita nella sua dignità deve esprimersi nel mettere in campo ogni energia per liberarsi dalla condizione imposta dalla realtà produttiva odierna.
Un importante uomo politico italiano ha detto che in Italia non esistono poveri, ma solo persone che non hanno cognizione di utilizzo del benessere.
La povertà quindi come colpa e la ricchezza come merito individuale, non frutto della società capitalistica e la sua divisione in classe.
E’ una presa per i fondelli!
Non solo ci sfruttano, ci prendono anche per imbecilli!
E’ ora di mettere in campo tutte le forze intellettive e fisiche, la nuova società è più vicina di quanto essi pensano.
Sta a noi esserci all’appuntamento con la storia!