venerdì 17 aprile 2009

Un rapporto organico con la natura solo in un mondo nuovo.

Un rapporto organico con la natura solo in un mondo nuovo.

L’essere umano può trasformare le società, può trasformare la natura nella sua vita biologica, ma non in quella geologica.
Nella dialettica della natura il movimento geologico ha tempi, che non hanno riferimento alcuno con quello biologico.
Affrontare con impegno scientifico e sociale i sommovimenti geologici richiede un’enorme quantità di lavoro scientifico e sociale, che solo un mondo nuovo, fondato sui comuni interessi può mettere in campo.

Nell’attuale realtà sociale si preferiscono giganteschi appalti di costruzione a normali appalti di manutenzione.

Le zone terremotate sono notoriamente sismiche, ma ciò non ha vietato che si costruisse in modo non sicuro per avere maggiori guadagni senza che fosse messo in campo qualsiasi forma di controllo, anche in costruzioni come l’ospedale, la casa dello studente, il tribunale, la prefettura.
Sembra che investire sulla sicurezza delle costruzioni non sia conveniente!
Questa realtà è il prodotto di una dimensione sociale dove gli esseri umani hanno interessi diversi, dove l’interesse del cittadino lavoratore non va d’accordo con gl’interessi del cittadino che vive di profitto e rendita.
Emerge inoltre da questa tragedia, che ha colpito migliaia di persone, causando la morte di circa trecento morti, il fallimento del decentramento e che le regioni, le province, i comuni spesso non sono in grado di prevenire ed affrontare tali catastrofi, non sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini.
La realtà spesso è più forte delle chiacchiere!
La difesa civile dei cittadini richiede volontà, programmi a lunga scadenza, denari.
D’altronde nei maggiori paesi capitalisti vengono investiti miliardi di dollari per “la difesa civile”, mentre in Italia l’investimento più diffuso è una montagna di chiacchiere.
Eppure la storia di questa nazione è piena di catastrofi naturali, che accompagnate a buona parte del territorio di carattere sismico, dovrebbero mettere al primo posto la difesa civile dei cittadini e, di conseguenza, garantire la vita ad ognuno di essi.
Dopo ogni catastrofe si dicono, si scrivono mari di parole, ma poi tutto torna come prime, forse perché è più conveniente economicamente per alcuni.
E non è scandaloso, ma normale per questa società, che su qualche organo di stampa qualcuno già facesse i conti dei benefici dell’investimento nel dopo terremoto, nella ricostruzione, per tutta l’economia nazionale.
L’essere umano merita di più!
Merita di vivere nella soddisfazione dei suoi bisogni materiali e spirituali, merita che la vita gli sia garantita nella serenità, nella tranquillità, nella felicità.
Solo un mondo nuovo può realizzare queste legittime speranze.

Metti uno specchio nell’anima e lotta per essere felice!

“ Per trasformare la proprietà privata e spezzettata, oggetto del lavoro individuale, in proprietà capitalista, occorsero naturalmente più tempo, sforzi e sofferenze di quanto non ne esigerla metamorfosi in proprietà sociale della proprietà capitalista, che di fatto si basa già su un modo di produzione collettivo.
Là si trattava della espropriazione della massa da parte di alcuni espropriatori; qui si tratta dell’espropriazione di alcuni usurpatori da parte della massa.”

K. Marx

venerdì 3 aprile 2009

Chi lavora è sempre la panca delle tenebre!

Chi lavora è sempre la panca delle tenebre!
Siamo in un periodo di flessione della domanda di beni. La conseguenza è che molte aziende decidono di ridurre la forza lavoro, pur di mantenere la loro redditività, ed altre, se il mercato non le premia, rischiano la chiusura, come d’altronde succede sempre nel capitalismo, anche quando i mercati vanno a gonfie vele. Chi vive del proprio lavoro, che negli ultimi quindici anni ha visto ridurre la capacità d’acquisto del proprio stipendio a favore di aumenti record dei profitti ed ha visto peggiorare le condizioni di lavoro e di vita per la reintroduzione di modelli d’impiego da anni cinquanta del secolo scorso, anche se il lessico è diverso, si trova ad affrontare situazioni ancora più d’insicurezza e di ansia per la paura, pubblicizzata a piene mani dai mass-media, del futuro. Chi non aveva lavoro vede le sue speranze di una vita migliore sempre più in calo. La vita, già dura prima, diviene ancora di più pesante da condurre. Si fanno vertici di ogni tipo, ma al di là della propaganda, le uniche discussioni sono su come continuare a perpetrare l’attuale sistema. Si danno milioni di dollari o euro alle banche, alle aziende, mentre per i lavoratori e le lavoratrici, che perdono il posto di lavoro o continuano a non averlo, c’è il nulla, spesso spacciato per qualcosa d’importante. Se qualcuno ancora s’illude che il capitalismo possa portare benessere per l’umanità intera ha la possibilità di riflettere sulle sue idee e, magari, comprendere che, pur importante e necessario nella storia, l’attuale sistema non potrà mai garantire la “vita” a tutti, ma a pochi, perché vivere non è solo “nascere“, ma poter soddisfare i bisogni materiali e spirituali, che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale o fatica a farlo o non ci riesce proprio. E’ inutile illudersi che Tizio o Caio al governo possano fare meglio di Sempronio, perché con sfaccettature diverse, a seconda dei momenti storici e degl’interessi che portano avanti, avranno sempre cura dei loro rappresentati, il profitto e la rendita. Chi lavora deve contare sulle sue forze, unirle, avere una strategia, che non può prescindere dal contrasto profitto-salario dell’attuale dimensione sociale, e puntare ad una società senza profitti e senza salario, dove tutti sono produttivi e tutti godono dei beni prodotti. Non avere la forza delle proprie forze unite è negativo da ogni punto di vista e fa sì che anche le organizzazioni sindacali possano difendere più gli sfruttatori che gli sfruttati ed essere collaterali all’azione dei governi della borghesia, pur rimanendo uno strumento essenziale per la difesa degl’interessi immediati di chi lavora. Se vogliamo sognare, dobbiamo liberare la nostra mente dalle ideologie, dai tabù, dalle superstizioni, dalle illusioni! Dobbiamo sognare con la mente libera e gli occhi aperti! Per esseri padroni di noi stessi, della natura , della libertà bisogna che siamo protagonisti nell’organizzazione sociale.Fin quando saremo spettatori, spesso neanche interessati, i nostri interessi, le nostre speranze, le nostre vite saranno altri a gestirle e ci tratteranno sempre come “l’asino di Buridano”.
“L’essere umano e i suoi bisogni materiali e spirituali era stato messo al centro di ogni azione economica e sociale. Ogni persona doveva solo dare il suo contributo produttivo per ricevere tutto quello che a lei necessitava. D’altronde i beni prodotti erano di una tale quantità che ogni membro della società poteva usufruire in abbondanza, anche oltre le necessità.”
Da “Il dolce sapore del cielo” di Giuseppe Calocero
Non è un sogno! E’ possibile se siamo uniti allo stesso modo della borghesia rispetto al profitto. I rappresentanti dell’attuale potere economico possono litigare su tante cose, possono farsi anche le guerre, tanto non ci vanno loro, ma sul profitto sono e saranno sempre d’accordo. L’avvenire è nel presente!
“Noi non diciamo al mondo: abbandona le tue lotte, sono sciocchezze; noi ti grideremo la vera parola d’ordine della lotta.”
K. Marx
Tutti i buoni borghesi… vi dicono che la concorrenza, il monopolio,ecc. come principio, cioè presi come pensieri astratti sono i soli fondamenti della vita, ma che essi lasciano a desiderare nella pratica. Tutti svolgono la concorrenza senza le conseguenze funeste di questa. Tutti vogliono l’impossibile, cioè le condizioni della vita borghese senza le conseguenze necessarie di queste condizioni. Tutti non comprendono che la forma borghese della produzione è una forma storica e transitoria così come lo è stata la forma feudale.”
K. Marx