martedì 17 giugno 2008

Il capitalismo ci "tratta come gl'Iloti".

Il capitalismo ci “tratta come gl’Iloti”.
Le ultime elezioni hanno visto ancora una volta andare in onda la fiera delle illusioni. Tutti hanno cercato di convincere le persone che con i propri programmi ogni problema di vita sarebbe stato risolto.
Ha vinto il “re degl’illusionisti”.
Sono trascorsi due mesi dalla tornata elettorale e, nonostante gli spot pubblicitari su sicurezza, immondizia, lavoro, stipendi, energia, si prefigura un presente ed un prossimo futuro dove i problemi della sicurezza del lavoro, di uno stipendio decente per vivere, di una casa, di una buona assistenza sanitaria, di una buona scuola, di una legislazione uguale per tutti, di una buona rete di trasporti saranno sempre presenti e, forse, più gravi.
Si prefigura un domani dove i ricchi saranno ancora più ricchi ed i poveri ancora più poveri.
A questo scenario stanno partecipando tutti. Governo, opposizione, dirigenze sindacali delle imprese e dei lavoratori con un unico obiettivo: aumentare il profitto.
Ancora una volta parlare di destra e di sinistra, che non sono altro che le posizioni occupate in parlamento, non ha senso.
Bisogna vedere chi si schiera per il profitto e chi per il salario!
Chi si pone per aumentare il lusso e la lussuria dei ricchi e chi per cercare di migliorare la condizione delle classi subalterne!
L’analisi della sconfitta elettorale, che ha fatto un nome di primo piano della cosiddetta “ sinistra radicale” su una rivista, è stata ancora una volta “ pro domo sua” e per niente realista.
Per il semplice fatto che la sconfitta elettorale è stata dovuta in primo luogo alla non realizzazione di quanto scritto nel voluminoso programma dell’Unione ed in modo essenziale alla non abolizione della legge 30 o Maroni e delle nuove norme sulle pensioni, approvata dal precedente governo e che il nuovo esecutivo, in alcuni casi, ha addirittura peggiorato.
Sembrerebbe strano, ma non lo è, in una società di interessi diversi e contrapposti, le esigenze del profitto sono sempre in primo piano, quelle del salario e dei lavoratori sempre subordinate all’interesse del paese, ovvero del profitto.
A questa legge non si sottrae alcuno.
Ne consegue quindi che chi vuole una realtà socio-economica diversa deve guardare altrove per cercare di non essere come gl’Iloti, guardando in primo luogo la sua condizione e le sue esigenze ed alzando gli occhi dalla povere delle idee dominanti delle classi dominanti, sparse a piene mani per inserire nelle menti e nei cuori paura, abbattimento, sottomissione, ignoranza.
Se alziamo gli occhi dalla polvere dell’illusionismo e cerchiamo di conoscere ed analizzare la realtà con la mente libera nella conoscenza, ogni velo cade e tutto davanti a noi si presenta in modo crudo e reale.
Questa società non è per l’essere umano, ma per il “dio denaro”, impersonato dal “dio profitto”.
Ed il profitto non è sinonimo di libertà, uguaglianza, fratellanza, amore, pace, giustizia, ma è contrario.
“L’essere umano deve soddisfare i bisogni materiali, ma anche morali, deve dare da mangiare alla pancia e alla mente, solo così ritrova la sua essenza.”
Giuseppe Calocero
Il caldo respiro della speranza
Le persone non ritroveranno la propria essenza di esseri umani nell’amore e nella conoscenza se non quando i loro bisogni materiali e spirituali potranno essere completamente soddisfatti.
La strada per giungere a questa meta passa per una società, basata sulla produzione per il consumo e non sulla produzione per la produzione.
Ovvero una società che metta al centro l’essere umano e non il profitto.
Le contraddizioni del capitalismo ed il crepuscolo ideale, economico e sociale che sta segnando il suo cammino è simile ad altre epoche storiche sul procinto di partorire nuove frontiere economiche, sociali e politiche.
Un “Mondo Nuovo” è possibile! Se lo vogliamo, possiamo sognare!

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