lunedì 17 dicembre 2012

Se lo vogliamo...

Se lo vogliamo, possiamo realizzare il sogno! Monti, commissario della finanza con l’obiettivo di salvaguardare gl’interessi del grande capitale finanziario ed industriale, l’anno scorso, alla presentazione del suo governo affermò che il suo mandato sarebbe durato fino alla scadenza elettorale e che sarebbe poi tornato a fare il professore. Oggi, nonostante tutti gl’indicatori economici negativi, gli stessi interessi, che prima appoggiavano Berlusconi, mollato quando era divenuto impresentabile, vogliono che il “professore banchiere” entri nella tenzone elettorale direttamente od indirettamente per indirizzare gli obiettivi del nuovo governo o presiederlo in prima persona. Il piano è di continuare ad alzare il livello di sfruttamento dei lavoratori ed estrarre maggiore plusvalore, d’altronde nell’ultimo anno le uniche vere “ restaurazioni riforme” portate avanti riguardano i lavoratori dipendenti ed i pensionati. Altre categorie o non sono state toccate od hanno dovuto subire conseguenze di riflesso. Nel dibattito politico esiste un’assenza ed è quella della voce e degl’interessi dei lavoratori e dei pensionati. Tutte le forze politiche vecchie e nuove discutono di tutto, ma nessuno propone una lotta seria alla disoccupazione con riduzione di orario e reddito garantito, la diminuzione dell’età pensionabile, la scuola gratuita, il diritto alla cura della salute, i trasporti più efficienti e vicini ai tanti che non usufruiscono di Italo o Frecciarossa, una libera chiesa in libero Stato, una vera libertà nelle scelte di carattere privato. Tutti dicono che il futuro sarà duro, ma non dicono per chi. Non certo per quel 10% di italiani che detengono il 50 % della ricchezza totale privata, stimata in circa 9000 miliardi di euro. In un mondo che vede la produzione mondiale con il segno più ed aziende, tra cui anche le banche, che continuano a macinare profitti, il futuro sarà duro solo per i lavoratori, se questi continueranno a seguire la corrente o lasciarsi trasportare da essa senza la minima opposizione e senza una propria strategia. Che società è quella società che nega la soddisfazione dei bisogni primari? Che società è quella società dove muoiono milioni di bambini? Che società è quella società dove le donne devono prostituirsi per vivere? Che società è quella società dove gli anziani sono soli, abbandonati e senza soldi? Che società è quella società dove tanta gente dorme per strada e, d’inverno’, muore per il freddo? Che società è quella società dove si ammazza un altro simile per un pezzo di terra o per qualche barile di petrolio? Dov’è l’amore? Dov’è la giustizia? Dov’è l’uguaglianza? Dov’è la fratellanza? Dov’è la libertà? Questo tipo di società è una società senza futuro… E non ci fermeranno quei quattro ignoranti con la testa vuota e l’animo cattivo, che cercano di fermarci con le stragi, gli omicidi. Essi non hanno capito che noi abbiamo capito i loro inganni, le loro truffe, la loro prepotenza, le loro ingiustizie, le loro sopraffazioni e non ci caschiamo più. Qual è dunque la nostra politica per il lavoro nella nuova società? Il primo obiettivo è mandare al macero e far sparire le schifezze, che abbiamo elencato prima; tutte, senza salvarne alcuna. Nella nuova società tutti devono essere attori della produzione sociale e tutti devono usufruirne. In questa fase è importante per noi dare a tutti un lavoro, magari non sarà quello sognato, ma è un lavoro. Con il tempo ognuno darà il suo contributo sociale in modo più coerente con le sue caratteristiche e aspettative. In questa fase è basilare, oltre che lavorare e sottrarsi alla schiavitù del bisogno, attuare i percorsi conoscitivi, per ampliare i nostri orizzonti nel campo della conoscenza globale . E importante per noi, in questa fase, mandare i lavoratori e le lavoratrici in pensione ad un’età decente, in modo da poter godere meglio la vita; le donne a cinquant’anni e gli uomini a cinquanta cinque. E importante per noi, in questa fase, dare anche ai pensionati duemila euro al mese, affinché non vivano una vita misera, ma bella. Sono cose semplici, ma che cambiano il nostro modo di vivere, che ci fanno vivere una vita vera, libera, serena e gioiosa… Noi, finora, abbiamo conosciuto Stati a volte dittatoriali a volte, cosiddetti, democratici, ma sempre abbiamo visto uno Stato non al servizio del cittadino, oppressivo, a volte violento fisicamente ed idealmente. Abbiamo visto uno Stato entrare nella nostra sfera privata ed obbligarci a certe scelte, che, non potendo scegliere, erano obblighi. Pertanto non avevamo la libertà di scelta e non avendo questa possibilità non avevamo la libertà, che è anche, appunto, libertà di scegliere. Lo Stato del passato aveva interesse a non darci la libertà per controllarci, guidarci, assoggettarci. Non era quindi una democrazia, ma una dittatura morbida, senza apparente violenza, quando, addirittura in certi casi, non sfociava in teocrazia, annullando la libertà di ragionare, di scernere,di verificare. Noi invece vogliamo uno Stato al servizio dei cittadini e quindi uno Stato, che s’interessa di dare ad ognuno una buona scuola, una buona rete di trasporti, una buona assistenza sanitaria. Uno Stato che dia ai cittadini asili nido, scuole materne, ristoranti pubblici, ove poter mangiare, se non si ha voglia di cucinare, centri di cultura dove migliorare la conoscenza, possibilità di fare sport a tutti e, quindi, palestre, piscine, campi da tennis, campi di calcio, piste e quant’altro possa servire ad avvicinare allo sport ogni cittadino. Vogliamo uno Stato che aiuti l’espressione della cultura in tutte le sue forme, uno Stato che faccia tutto quello che serva per elevare la mente e lo spirito delle persone. Non vogliamo un Stato, che entri nei rapporti personali, intimi dei cittadini. Ogni persona nella nostra società, dopo aver dato il suo contributo sociale ed intellettuale, è libero di esprimersi nei vari campi della vita come meglio crede. Ogni persona è libera di unirsi con un’altra e siamo sicuri che saranno unioni d’amore, poiché non vi sono più gl’interessi di altro tipo, che possono spingere una persona ad unirsi ad un’altra. Noi siamo per la vita e vogliamo che nascano tanti bambini, che avranno e parteciperanno ad un futuro roseo, ma la scelta di un parto non è dello Stato, ma di chi ha messo le basi per una nuova vita. Ogni persona è libera di usare, ovviamente sotto controllo medico, la pillola del giorno prima, del giorno dopo o qualsiasi altra conoscenza scientifica. Ogni persona è libera di abortire, è una sua scelta, anche se noi siamo per la vita , che sempre più meriterà di essere vissuta. Ogni conoscenza scientifica, che possa essere utile all’essere umano, deve avere la precedenza su ogni altro ragionamento e sarà ognuno, liberamente, a scegliere di utilizzarla o non utilizzarla. Ogni persona è libera di pensare quello che vuole e di credere in quello che ritiene più giusto, noi non combattiamo le idee, ci confrontiamo, ben sapendo che la ragione e la scienza non possono essere ostacolate dalle superstizioni, dai tabù, dalle paure. Il pensare, il credere in qualsiasi cosa sono questioni personali, intime e tali devono rimanere. Tutto ciò può realizzarsi… Da “ Il caldo respiro della speranza” Giuseppe Calocero Si può costruire un mondo nuovo! Se lo vogliamo, possiamo sognare!

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