sabato 8 marzo 2008

Elezioni: programmi dettati da "camarille" del profitto.

Elezioni: programmi dettati da “camarille” del profitto.
“Intra due cibi distanti e moventi
d’un modo prima si morria di fame
che liber’uomo l’un recasse ai denti.”
La divina commedia-Paradiso
Dante.
Questi versi riprendono il concetto dell’asino di Buridano, che seguendo il nominalismo di Ockam, formulò la sua teoria sulla volontà:” Voluntas est intellectus et intellectus voluntas”.Quindi ogni bene posto davanti all’intelletto determina un volere.L’unica libertà sta nel sospendere l’assenso ed esaminare ancora per scegliere più opportunamente
L’incertezza della scelta nell’asino porta l’animale a non scegliere e quindi a morire di fame.
Nel caso delle nuove elezioni sembra che vi sia un’ampia selezione, che in definitiva poi si riduce ai due partiti maggiori Pd e Pdl.
In effetti, guardando i programmi e seguendo le dichiarazioni,, sembrerebbe non esserci scelta e quindi la vittoria dell’uno o l’altro schieramento non migliorerebbe affatto le condizioni dei cittadini e, in special modo, delle lavoratrici e lavoratori dipendenti.
Optare per l’uno o per l’altro non sarebbe un’operazione intellettuale e quindi non sarebbe una scelta, proprio come l’asino di Buridano.
In un’ intervista a “ La stampa” il professor Ichino ha spiegato come intenda abolire l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Berlusconi ha dichiarato che andrebbe rivisto tutto lo statuto e che, al governo, il turnover nella pubblica amministrazione riguarderebbe un lavoratore su otto.
In parole povere su 100 impiegati che andrebbero via ne verrebbero sostituiti 12.5.
La Confindustria poi è contro il decreto sicurezza, che non risolve di certo il dramma degli incidenti mortali e non nei luoghi di lavoro.
Gli elettori, che non vivono di profitto e rendita, ma di salario, sono dunque chiamati a votare un peggioramento delle proprie condizioni di lavoro e di vita, ancora una volta annebbiati da diversità programmatiche e politiche inesistenti.
Lo scontro vero nel sistema capitalistico è tra profitto e salario e chi sta dalla parte del profitto non si può collocare dalla parte del salario.
Profitto vuol dire asservimento,sottomissione,disuguaglianza, divisione, ingiustizia,povertà, guerra.
Significa mettere sul trono del mondo il fare soldi e non le esigenze dell’essere umano.
Il salario è incorporato nel concetto di profitto ed ha le medesime conseguenze.
Ci vuole un mondo senza profitto e senza salario!
Gli apologeti del capitalismo ed i servi consapevoli ed inconsapevoli dicono subito:
” Non è possibile. Non si possono eliminare le imprese!”
Ed identificano queste con la produzione.Invece è possibile avere un mondo senza i capitalisti !
Un mondo dove la produzione sia indirizzata al solo benessere dell’umanità
Eliminare profitto e salario non significa eliminare la produzione, ma solo un rapporto di classe. Vuol dire invece produrre in modo pianificato con il concorso di tutti e per il beneficio di ogni essere umano.
L’unico modo per essere dalla parte dell’essere umano è dedicarsi alla costruzione di un mondo nuovo dove” Ciascuno possa dare secondo le sue capacità e ciascuno possa ricevere secondo le sue necessità.”
“ E’ solo quando la società controlla efficacemente la produzione, regolandola in anticipo, che essa crea il legame fra la misura del tempo di lavoro sociale dedicato alla produzione di un articolo determinato e la estensione del bisogno sociale che tale articolo deve soddisfare.”
Il capitale
K.Marx
Se lo vogliamo, possiamo sognare! Se lo vogliamo, possiamo assaporare il caldo respiro della speranza!

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