sabato 15 marzo 2008

I principi sociali del cristianesimo

I principi sociali del cristianesimo

“I principi sociali del cristianesimo hanno ormai avuto il tempo di svilupparsi per milleoottocento anni, e non hanno bisogno di nessuno sviluppo ulteriore ad opera di consiglieri concistoriali prussiani.
I principi sociali del cristianesimo hanno giustificato la schiavitù antica, magnificato la servitù della gleba medievale, e in caso di necessità sanno anche difendere l’oppressione del proletariato, sia pure con una smorfia di compassione.
I principi sociali del cristianesimo predicano la necessità di una classe dominante e di una classe oppressa, e per quest’ultima non hanno che il pio desiderio che l’altra sia benefica.
I principi sociali del cristianesimo pongono in cielo il concistoriale compenso per tutte le infamie, e giustificano così la prosecuzione di queste infamie sulla terra.
I principi sociali del cristianesimo spiegano tutte le indegnità perpetrate dagli oppressori contro gli oppressi o come la giusta punizione per il peccato originale e per i peccati di ciascuno, o come prove a cui il Signore, secondo la sua sapienza, condanna gli eletti.
I principi sociali del cristianesimo predicano la vigliaccheria, il disprezzo di se stessi, l’avvilimento, la sottomissione, l’umiltà, insomma tutte le caratteristiche della canaglia, e il proletariato, che non vuole lasciarsi trattare da canaglia, ha bisogno del suo coraggio, del suo orgoglio, della sua consapevolezza e della sua indipendenza, ancor più del suo pane. I principi sociali del cristianesimo sono ipocriti.”
Vita di Marx
F. Mehring
Questo scritto, nella sua attualità, mostra come la chiesa sia stata sempre al servizio del potere temporale, oltre ad essere stata ed essere, essa stessa potere temporale.
L’umanità deve ricercare invece la liberazione da ogni potere e costruire un mondo nuovo in cui soddisfare i bisogni materiali e spirituali, base per una società di esseri umani liberi e per una società civile.
Non vi può essere civiltà e quindi società civile senza il presupposto della libertà materiale e spirituale!
La nuova stagione e la nuova frontiera dell’umanità passano per una dimensione sociale dove vi sia la soddisfazione dei bisogni e la condivisione degli interessi.
Il futuro dovrà vedere necessariamente una società di esseri umani uguali nel rapporto con la produzione e la distribuzione dei beni.
Solo allora l’umanità supererà le barbarie e assaporerà il dolce sapore della civiltà!
Il canto del cigno del capitalismo è ormai prossimo!
Certo i soloni presunti del sistema negano la fine prossima di un sistema, ormai vicino ad essere gettato nella spazzatura della storia.
Ma come fidarsi di coloro che in campo economico non ne azzeccano una?
Il balletto sui dati della crescita è emblematico.
Come fidarsi di coloro che inventano fondi finanziari basati sul nulla, pensando di essere furbi, ma che vengono poi travolti dalle dure leggi dell’economia?
Come fidarsi di coloro che dicono sempre che con le loro ricette miracolistiche si starà meglio ed invece si sta sempre peggio?
Il capitalismo è transitorio nella storia, come lo sono state altre forme socio-economiche.
La realtà economica e sociale , come la materia, è dinamica, non è statica.
L’attuale sistema non è il miglior involucro per le esigenze umane, ma solo per il profitto, da cui derivano guerre, sottomissioni, sfruttamento, povertà, miseria, fame.
L’umanità per esprimersi in tutte le sue potenzialità e la sua bellezza ha bisogno di un mondo in cui al centro dell’attività economica, sociale, politica, ci sia la persona, non il denaro.
Se lo vogliamo, possiamo sognare!

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