giovedì 27 novembre 2008

Un sogno che la storia farà realtà

Un sogno che la storia farà realtà.
“Ogni persona aveva un lavoro, a cui si doveva accedere compiuti i diciotto anni. Il tempo di lavoro era di due ore al giorno dal lunedì al venerdì. Si lavorava, quindi, dieci ore alla settimana.
Due ore ancora della giornata erano dedite allo studio. Sempre dal lunedì al venerdì.
La nuova società voleva persone, che raggiungessero le più alte vette della conoscenza e dava molta importanza ad essa, come fonte di sapere e di libertà.
Dopo aver dedicato al lavoro e allo studio quattro ore totali della giornata, ognuno era libero di fare ciò che più gli piacesse.I lavori più alienanti e faticosi erano svolti da robot, impostati per assolvere i compiti loro assegnati…
L’età lavorativa aveva termine a 50 anni per le donne e a 55 per gli uomini.
Ogni cittadino era esonerato dal prestare lavoro e dal dedicarsi allo studio per sei settimane all’anno.
In questo periodo di riposo poteva viaggiare, visitare ogni posto del mondo, soggiornare in ogni luogo, con la possibilità di usufruire di alloggi o dei centri alberghieri.
La stessa cosa si poteva fare ogni giorno, svolti i compiti lavorativi e di studio, visto il livello di eccellenza dei trasporti, che permettevano, tramite i Celeste 120, aerei velocissimi, di raggiungere le località più lontane in pochissimo tempo.
Il tipo di organizzazione economica e sociale permetteva poi di svolgere i propri compiti di lavoro e di studio in qualsiasi parte del mondo…Nella nuova società non c’era denaro.Non c’erano più merci da vendere o da comprare…
La produzione era esclusivamente per il consumo, per soddisfare le necessità dei cittadini.
L’essere umano e i suoi bisogni materiali e spirituali era stato messo al centro di ogni azione economica e sociale.
Ogni persona doveva solo dare il suo contributo produttivo per ricevere tutto quello che a lei necessitava.
D’altronde i beni prodotti erano di una tale quantità che ogni membro della società poteva usufruirne in abbondanza, anche oltre le necessità.”
Il dolce sapore del cielo
Giuseppe Calocero
Sembra un sogno, ma è solo una società senza plusvalore e senza profitto, senza sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Già nella situazione attuale si produce più dei bisogni della popolazione mondiale, nonostante, in tantissimi casi, gl’impianti produttivi non siano utilizzati al massimo.
In questi giorni i mass-media stanno terrorizzando le persone sugli effetti della recessione in alcune aree del mondo, ma proprio questa situazione mostra come l’attuale sistema sia contro l’essere umano, visto che pur potendo produrre beni per soddisfare pienamente i bisogni dell’umanità, si riduce la produzione perché il mercato non è in grado di comprare i beni prodotti.
La miseria, la fame, l’annullamento di ogni dignità umana di chi si trova a dover cercare ogni giorno di sopravvivere non conta in alcun modo.
In questo mondo conta solo il profitto!
E’ inutile pensare di rifondare il capitalismo, come dicono alcuni. Questo sistema va solo superato!
“ Non basta. Bisogna inventare qualcosa di nuovo. E’ ora di finirla di procedere attraverso aggiustamenti strutturali dell’economia, che premiano soltanto i ricchi e allargano il solco con i poveri. Bisogna mettersi in testa che il capitalismo finanziario, dominatore dell’economia negli ultimi 30 anni, è fallito. Non va rifondato, va cambiato”
Cardinale Maradiaga, presidente della Caritas internazionale ed osservatore della Santa Sede alla Banca mondiale ed al Fondo monetario internazionale.
Fonte Famiglia Cristiana
E’ vero va cambiato, ma questo può avvenire solo se lo si supera e si buttano il mercato ed il profitto nella spazzatura della storia, come avverrà, e s’instaura una società nuova con al centro le persone ed i loro bisogni.

Nessun commento: